Sono gli ottusangoli l'elisir di lunga vita del governo


È grazie a loro che Di Maio e Salvini crescono nella realtà e nei sondaggi


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
24/07/2018 alle ore 12:59

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Possiamo chiamarli ottusangoli. Usando al plurale il tormentone che la feroce ironia della Gialappa's appiccicò ad un maldestro concorrente del primo Gf. 

Ottusangoli è definizione che calza oggi a pennello a tanti presuntuosi saputi, ovvero alle pletore di politici, giornalisti, politologi che tutto ci spiegano, ma nulla comprendono. L'ennesima, ultimissima rilevazione sulle intenzioni di voto degli italiani testimonia quanto pertinente sia la definizione.

Ottusangoli perché del tutto incapaci. Incapaci di vedere, di capire, chiusi come sono nella fortezza inespugnabile delle loro sballate certezze.

È anche grazie all'iperattivismo di questi divulgatori di dubbi a gettone, di questi dispensatori di retribuito dissenso che Di Maio e Salvini hanno superato nei sondaggi oltre il 62 per cento dei consensi e del gradimento.

Dieci punti in più del già clamoroso risultato del 4 marzo. Tant'è che bisogna andare a ritroso sino agli anni ottanta del secolo scorso per trovare qualcosa di analogo, quando Dc e PCI si dividevano più o meno le stesse quote di elettorato.

Il governo messo su da Luigi Di Maio e Matteo Salvini non sarà la panacea di ogni male, ma cresce nella realtà e cresce nei sondaggi anche grazie ai quotidiani tentativi di delegittimazione e alle costanti previsioni di sciagura.

Cresce e si fortifica anche grazie a questi ottusangoli della politica e dell'informazione che, pur non vivendo i problemi e le fatiche e le ansie dei comuni mortali, perseverano e imperversano.

Leghisti e pentastellati dovranno prima o poi ringraziarli: più costoro parlano, più puntano l'indice, più criticano, più i consensi crescono. Dovranno ringraziare, magari pubblicamente, i telegiornali e gli approfondimenti, i giornali della sinistra e quelli di Confindustria mai così uniti nel disprezzo, mai così sodali nel dileggio e, perciò, artefici a buon titolo dell'avanzata costante registrata da Lega e M5S.

Il quadro politico italiano è in questo momento di una semplicità e di una chiarezza disarmante: il PD annaspa e si consuma nella ricerca di un nuovo leader. Ruolo per il quale Tito Boeri insidia adesso Carlo Calenda (e già questo la dice lunga sulla crisi di idee e di progetto); Forza Italia sta addirittura messa peggio, col Cavaliere sempre più disinteressato e distante e con un Tajani che ha già mostrato di non avere la stoffa del leader (spera solo, tra 10 mesi, di mantenere il suo seggio al parlamento europeo).

Altro in giro non c'è. Se si eccettuano appunto gli ottusangoli: elisir di lunga vita per il governo.

 

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