Tragedia al largo della Libia: di chi sono le responsabilità




Categoria: ESTERI
17/07/2018 alle ore 16:06



Una tragedia si è consumata al largo della Libia, dove una donna con il suo bambino, a bordo di un gommone in difficoltà, sarebbero stati lasciati morire.

Di chi sono ora le responsabilità?

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini si è così espresso in merito a quanto accaduto: "Non ho mai detto di lasciare esseri umani in mare. Il mio obiettivo è salvare tutti, soccorrere tutti, curare tutti, nutrire tutti, ma anche evitare che tutti arrivino in Italia".

Proactiva Open Arms ha denunciato il grave episodio, pubblicando su twitter le foto dei due corpi in mare, tra i resti di una barca.

Il fondatore della Ong, Oscar Camps ha dichiarato: "La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria, ma non ha detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette".

Ha quindi proseguito Camps: "Quando siamo arrivati abbiamo trovato una delle donne ancora vive ma purtroppo non abbiamo potuto far nulla per l'altra donna e il bambino", aggiungendo che sarebbero morti poche ore prima che la nave di Open Arms arrivasse nella zona.

A bordo della nave c'era anche il deputato di Leu Erasmo Palazzotto. In merito a ciò, ha continuato Salvini: “Questo è quello che fa la guardia costiera libica quando fa un salvataggio umanitario. Open Arms ha salvato l'unica superstite mentre i tuoi amici libici hanno ucciso una donna e un bambino. Almeno oggi abbi la decenza e il rispetto di tacere e aprire i porti".

Presto sono arrivate pesanti accuse e forti critiche rivolte alla politica italiana da parte di Open Arms: "Ogni morte è la conseguenza diretta di quella politica".

Ed ancora: "Denunciamo l'omissione di soccorso in acque internazionali, l'abbandono di una persona viva e i cadaveri di un bambino e una donna, dalla presunta Guardia costiera libica, legittimata dall'Italia".

Salvini ha così replicato agli attacchi indirizzati all’Italia: “bugie e insulti da Ong, ma io tengo duro; ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull'immigrazione clandestina”.

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