Russia 2018 è finita, togliamoci le maglie e siamo franchi


I Mondiali sono stati perfetti, meglio del caos nei festeggiamenti col morto di Parigi. Storia di fake mentali più che giornalistiche


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
17/07/2018 alle ore 16:45

Tag correlati: #depalo#impaginatoquotidiano#kosmondo#russia2018

Si può dire o no che i Mondiali di Russia 2018 sono stati ben organizzati senza incidenti e pazzi dell'Isis che, fino a un minuto prima, minacciavano di bombe e kamikaze?

“Colpa” di un badge attribuito a tutti i tifosi, così da impedire le scene penose che si continuano a vedere negli stadi italiani, con pregiudicati, pseudotifosi armati, ultras stranieri come quello slavo che durante una gara della Nazionale italiana dette il meglio di sé senza che qualcuno glielo impedisse.

Si dirà, a ragione, che la qualità non è stata al livello delle attese. Ma per una volta l'aspetto tecnico non è il punto: qui serve accentare un altro tema. I Mondiali sono stati perfetti, meglio del caos nei festeggiamenti col morto di Parigi, dove la civiltà d'oltralpe ha fruttato incidenti e caciara.

Se fosse accaduto a Roma o a Madrid quanti sarebbero stati i giornaloni francesi o tedeschi a puntare il dito contro i soliti meridionali dell'Europa, tutti presi da feste e brindisi?

Accade in Francia e passa in secondo piano, come la tragicomica parata del 14 luglio con scontro fra motociclette della polizia e papera delle Frecce francesi che sbagliano pure il colore “sporcando” la bandiera.

Nessuno goda delle disavventure altrui, intendiamoci, solo fa specie avvertire nell'aria un puzzo di ipocrisia, quella melassa tanto abbondante dalle parti di Capalbio sempre con la bacchetta in mano e pronta a dare voti e giudizi morali.

La verità, piaccia o meno, è che Russia 2018 è stata ben orchestrata, come Atene 2004 quando alle Olimpiadi venne addirittura una delegazione delle Olimpiadi invernali di Torino per vedere come i volontari greci animavano e organizzavano accoglienza e punti informativi.

Significa che serve, oggi più che mai, togliersi di dosso maglie ed etichette, appartenenze e posizionamenti strumentali per guardare i fatti senza rischio fake. Non è sempre tutto grigio dalle mille sfumature, a volte le cose sono bianche o nere. E punto.

Come i Mondiali, come il passo da sbronza di Juncker, come i tagli di nastro tutta fuffa e promesse nelle province italiche, come la vulgata su Inps, Boeri e pensioni, come le fesserie che troppo spesso si sparano in prima pagina mentre il resto del mondo vola su treni ultraveloci, affari conclusi bene e alla svelta, disegni di futuro. E non di passato stantìo.

 

twitter@ImpaginatoTw