E Dalfy sistema tutti i fedelissimi


La Regione Abruzzo, proprio agli sgoccioli del mandato del presidente/senatore, approva le misure di superamento del precariato


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
06/07/2018 alle ore 10:00

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Era rimasta ben nascosta nel cassetto fino a ieri. Poi alla fine, eccola qui: la delibera 287 è del 30 aprile, tutti presenti tranne Marinella Sclocco. La Regione Abruzzo, proprio agli sgoccioli del mandato del presidente/senatore Luciano D’Alfonso, approva le misure di superamento del precariato che le consentirà di trasformare in contratti a tempo indeterminato una serie di contratti di dipendenti assunti a tempo determinato. Un bel regalo per i suoi fedelissimi, che si ritroveranno sistemati per tutta la vita grazie al presidentissimo.

La manovra di stabilizzazione trova ispirazione nella legge 75 e poi naviga a vista nel tentativo di superare una serie di ostacoli burocratici e finanziari.

Certo, ci sono delle condizioni: tre anni di servizio anche non continuativi, svolti negli ultimi otto anni, per esempio. La Regione potrà assumere direttamente o fare un concorso riservato per chi sta già dentro, nella misura del 50 per cento dei posti disponibili.

E bisognerebbe che l’amministrazione pubblica avesse i soldi per sostenere la spesa, così come stabilisce la legge Madia, e che la spesa fosse in linea col piano triennale dei fabbisogni, e che nel proprio bilancio fosse iscritta questa somma, e qui forse la Regione Abruzzo non è proprio in linea.

Fatto sta che grazie a questa delibera, il Centro funzionale della Protezione civile potrà fare più selezioni pubbliche per assumere personale a tempo indeterminato addetto all’emergenza (“previa verifica – si legge nella delibera – delle compatibilità finanziarie e di bilancio e nel rispetto dei limiti di spesa e dei principi e requisiti stabiliti dalle norme statali in materia”).

Oppure attingere direttamente a tre elenchi che la Regione Abruzzo allega alla delibera. Tre elenchi di nomi che non si sa proprio come siano stati selezionati: in uno c’è una lista di dipendenti in servizio, “anche solo per un giorno” successivamente alla data del 28 agosto 2015 presso la giunta regionale “che abbia maturato almeno tre anni di servizio anche non continuativi negli ultimi otto”; nell’allegato b c’è l’elenco del personale con gli stessi requisiti ma che abbia lavorato almeno tre anni “anche con diverse tipologie di contratto flessibile”; e infine nell’allegato c c’è l’elenco del personale che risulti titolare, alla data del 28 agosto 2015, di un contratto di lavoro flessibile presso la giunta regionale che abbia maturato al 31-12-2017 almeno tre anni di servizio presso la Regione, anche non continuativi.

“Gli anni utili da conteggiare – specifica la circolare di attuazione – ricomprendono tutti rapporti di lavoro prestato direttamente dall’amministrazione anche con diverse tipologie di contratto flessibile ma devono riguardare attività svolte o riconducibili alla medesima area o categoria professionale che determina poi il riferimento per l’amministrazione dell’inquadramento da operare, senza necessità poi di vincoli ai fini dell’unità organizzativa di assegnazione”.

Via libera quindi alla manovrina che servirà a sistemare tutti i fedelissimi del presidente, un cadeau che lascerà ai suoi prima di andare definitivamente a Roma. E di cui beneficeranno anche quelli che “hanno lavorato un solo giorno” e che si ritroveranno con un contratto a tempo indeterminato.

Il costo del personale comprensivo di oneri flessibili e di salario accessorio per 31 contratti a tempo determinato di categoria D, esclusa la Protezione civile, è costato alla Regione nel 2018 1.251.948,02; il costo dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa 140 mila euro, in tutto gli oneri per il lavoro flessibile ammontano a 1.391.948,02 e alla fine gli oneri per la stabilizzazione ammonteranno a 375.718,32, sempre esclusa la Protezione civile.

D’altronde che Dalfy non volesse andare via senza aver prima sistemato molti dei suoi era stato già palesato nella delibera del 2 marzo scorso, quando chiese al direttore generale Vincenzo Rivera di rinnovare il contratto ai fedelissimi per altri 24 mesi: in quell’occasione anticipò l’applicazione del decreto sul superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni che stabilisce che gli enti pubblici possano “nel triennio 2018-2020, assumere a tempo indeterminato personale non dirigenziale che possegga tutti i seguenti requisiti:

1) risulti in servizio successivamente alla data di entrata in vigore della legge n.124 del 2015 con contratti a tempo determinato presso l’amministrazione che procede all’assunzione;

2) sia stato reclutato a tempo determinato, in relazione alle medesime attività svolte, con procedure concorsuali anche espletate presso amministrazioni pubbliche diverse da quella che procede all’assunzione;

3) abbia maturato al 31 dicembre 2017 alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione almeno tre anni di servizio anche non continuativi negli ultimi otto anni”.

In pratica, basta che uno abbia fatto un concorso dieci anni prima in un qualsiasi altro ente, ed ecco pronta l’assunzione.

ps: La Regione ha un cuore grande così.

 

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