Liquidazione banche venete, un duro colpo per la credibilità dell'unione bancaria europea




Categoria: ESTERI
26/06/2017 alle ore 12:22



Lo Stato italiano impiegherà sino a 17 miliardi di euro per ripulire i buchi di bilancio di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, i due istituti di credito venete dichiarati insolventi dalle autorità europee. Le due banche verranno acquistate per la cifra simbolica di un euro da Intesa Sanpaolo, che però non si farà carico dei crediti deteriorati e degli altri oneri. Il ministro dell'Economia italiano, Pier Carlo Padoan, ha annunciato che Intesa potrà inizialmente attingere a fondi pubblici per 5,2 miliardi di euro al fine di rilevare parte degli asset senza danneggiare il proprio profilo patrimoniale.

Lo Stato intende suddividere i due istituti di credito in una "good bank" e una "bad bank", ha annunciato il premier Paolo Gentiloni, annunciando che le due banche apriranno regolarmente questa mattina (lunedì) e che l'intervento di salvataggio pubblico - il più oneroso intrapreso dallo Stato italiano nel settore bancario - si è reso necessario per tutelare i risparmiatori; Gentiloni ha ricordato che il Veneto "è una delle regioni più importanti per la nostra economia, specie per le piccole e medie imprese". Padoan ha dichiarato che altri 12 miliardi di euro saranno a disposizione per la copertura delle eventuali perdite, che però il ministro ha stimato in 400 milioni.

Commentando l'epilogo della duplice crisi bancaria veneta, Ferdinando Giuliano annuncia su "Bloomberg" "la morte dell'unione bancaria europea", sottolineando come alla fine l'Italia sia riuscita a sottrarre le due banche e i correntisti alle norme comunitarie sulle risoluzioni bancarie (Bail-in). Il piano di liquidazione intrapreso dal governo italiano, sottolinea Giuliano, è "radicalmente diverso" da quello adottato due settimane fa in Spagna per Banco Popular, rilevato per un euro da Banco Santander che però si è fatto carico anche dei crediti deteriorati e dei futuri rischi legali. La liquidazione delle banche venete "è uno schiaffo ai contribuenti italiani", scrive Giuliano, che quantifica il potenziale esborso pubblico in 10 miliardi di euro. "Lo Stato avrebbe potuto intraprendere una via meno dispendiosa, ad esempio tramite il 'bail in' degli azionisti senior", ma "vuole evitare le ricadute politiche e i rischi di contagio sistemico". Una posizione comprensibile, riconosce l'economista, che però aggiunge: "10 miliardi di euro sono un premio esorbitante da pagare come assicurazione contro il contagio, e Roma potrebbe subire comunque una reazione, da parte dei contribuenti che si sentono defraudati". Più di tutto, però, conclude l'autore dell'editoriale, l'Italia "ha piantato un pugnale nel cuore dell'unione bancaria europea", bypassando a tutti gli effetti il meccanismo di risoluzione unico Ue: "Il vantaggio è dato dal risparmiare gli obbligazionisti senior, ma il costo sarà enorme: intaccare, forse in maniera irreversibile, la credibilità delle istituzioni bancarie europee neoistituite".

 © Agenzia Nova - Riproduzione riservata