Fuorilegge i concorsi delle Asl


Le leggi, i regolamenti, le indicazioni del Tavolo di monitoraggio? Carta straccia


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
22/06/2018 alle ore 10:00

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Le leggi, i regolamenti, le indicazioni del Tavolo di monitoraggio? Carta straccia. In Abruzzo ognuno fa di testa propria, a partire dalle Asl.

Non ci voleva certo una sentenza del Tar Abruzzo per stabilire che gli enti pubblici, e in questo caso la Regione, prima di assumere devono attingere alle graduatorie esistenti: e non è solo un fatto di buona amministrazione ma soprattutto una esigenza indotta da ragioni di contenimento della spesa pubblica.

Così, giorni fa, una candidata ha impugnato due bandi regionali e ha ottenuto dal Tar la sospensiva delle assunzioni: “L’ordinamento attuale afferma un generale favore per l’utilizzazione delle graduatorie degli idonei, avente anche una chiara finalità di contenimento della spesa pubblica che il concorso pubblico comporta”, hanno sottolineato i giudici amministrativi.

E anche le Asl continuano a ignorare le leggi e bandiscono concorsi nonostante le linee guida della stessa Regione stabiliscano che prima di ogni nuovo bando si debbano scorrere le graduatorie valide per dirigente amministrativo e dirigente sanitario, o si debba attingere alle graduatorie vigenti presso le Asl regionali. Invece pochi giorni fa, la Asl di Chieti ha bandito il concorso per dirigente amministrativo, poi sospeso dal Tar in seguito al ricorso di una candidata esclusa perché, secondo la commissione, non aveva i titoli per partecipare.

Ma non ci sono soltanto le linee guida della Regione a stabilire che le Asl non possano fare concorsi a spada tratta: anche il Tavolo di monitoraggio, dopo le diffide del presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbo, ha scritto nell’ultimo verbale che le graduatorie debbano essere utilizzate per la copertura dei posti vacanti. E’ un risparmio enorme di denaro, soprattutto per una regione come l’Abruzzo ancora in piano di rientro.

Insomma, non è possibile aggirare le norme sullo scorrimento delle graduatorie, in nessun caso, e il Tavolo in più occasioni ha chiesto alla Regione chiarimenti in merito ai concorsi per dirigente amministrativo indetti dalle Asl abruzzesi. Ma la Regione volta la testa dall’altra parte: nessuna risposta, finora.

Grave, gravissimo. Anche perché altre regioni come il Lazio e la Campania rispettano queste linee. In più la Regione Abruzzo lascia fare, anzi è praticamente sulla stessa lunghezza d’onda delle Asl. Che continuano a fare concorsi a più non posso, anche per settore, cioè per singolo ufficio amministrativo, nonostante una legge e la stessa normativa anticorruzione stabiliscano che una delle prerogative necessarie del dirigente amministrativo sia la multidisciplinarietà. Invece alla fine i vincitori di questi concorsi per settore sono gli stessi che in precedenza hanno ricoperto incarichi a tempo determinato, o nelle Asl o nella Regione. E’ accaduto a Teramo, alla Regione, accadrà all’Aquila e a Chieti.

 

ps: Per gli idonei, quelli che aspettano da anni nelle graduatorie non resta che una strada: il ricorso amministrativo. Col risultato che molti vincono, i concorsi si bloccano, le Asl e la Regione pagano spese legali di costituzione in giudizio e in alcuni casi i danni. E la deregulation è totale.

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