Esclusioni e minacce, sospeso il concorso


Persino la minaccia di chiamare i Carabinieri: la Asl di Chieti decide di rinviare la prova scritta


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
14/06/2018 alle ore 12:00

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Un braccio di ferro, la minaccia di far intervenire i Carabinieri. E alla fine, solo alla fine, la Asl di Chieti decide di rinviare la prova scritta per il concorso da dirigente amministrativo per l’area giuridico-amministrativa che si doveva tenere ieri mattina.

Aveva escluso due donne, in modo arbitrario, in modo tenace e apparentemente inspiegabile, sostenendo che non avevano il giusto profilo professionale. E se ne era infischiata persino di due pronunce del Tar. Però alla fine, con i candidati già tutti convocati e pronti a iniziare la prova scritta, ieri mattina la Asl si è dovuta arrendere: ma c’è voluta la voce grossa dell’avvocato di una delle escluse per far rinviare tutto. 

Due esclusioni illegittime, ha stabilito il Tar di Pescara. Le protagoniste di questa guerra per il lavoro sono due donne, entrambe dipendenti della Regione, con lo stesso profilo professionale e cioè di funzionario procuratore legale, che hanno dovuto far ricorso alle carte bollate per vedere riconosciuti i propri diritti.

No, non hanno i titoli per partecipare ha deciso la Asl, nonostante siano entrambe avvocato (una, Paola Oddi, ha lavorato presso l’Avvocatura regionale, l’altra, Alessia Valentina Parlatore presso la Direzione Lavori pubblici): la loro connotazione professionale non sarebbe “giuridico-amministrativa”.

Ma il Tar ha bocciato questa tesi, visto che entrambe lavorano nella pubblica amministrazione, e che altro fanno se non attività “giuridico-amministrativa”, anche alla luce del fatto che la Asl ha ammesso al concorso addirittura “collaboratori amministrativi, contabili e cancellieri”, escludendo i funzionari-avvocati “in possesso della professionalità giuridico amministrativa richiesta dalla legge”.

Un accanimento terapeutico, da parte della Asl, attuato con costituzioni in giudizio e altissime spese legali. Alla fine, è il mese di febbraio, una delle escluse, Paola Oddi, ottiene la prima sentenza favorevole dal Tar: potrà partecipare al concorso perché la sua esperienza dentro la Regione coincide perfettamente col profilo giuridico-amministrativo richiesto dalla Asl. La sentenza passa in giudicato e la Asl è costretta a riammetterla.

Ma qui viene il bello. La seconda esclusa, Alessia Valentina Parlatore, presenta un’istanza alla Asl per chiedere la riammissione al concorso citando la sentenza dellaOddi: d’altronde il profilo è lo stesso e uguali sono i motivi addotti per l’esclusione. Ma la Asl fa orecchie da mercante, e va avanti per la sua strada: l’istanza di riesame della Parlatore (l’ultima è del 28 aprile scorso) resta nel cassetto.

A questo punto la funzionaria regionale si rivolge al Tar e proprio martedì pomeriggio, a poche ore dalla prova scritta, ottiene un decreto di sospensione del concorso. Insomma, il Tar riconosce “la sussistenza del pregiudizio” visto che la prova scritta era fissata per ieri mattina mentre l’udienza di merito ci sarà tra una settimana, e soprattutto rileva che la Asl

“ha già preso in considerazione l’istanza di riesame presentata da altra candidata(Paola Oddi), esclusa per gli stessi motivi, riammettendola alla procedura”

con tanto di sentenza del Tar: e quindi ci sono tutti i presupposti perché anche il ricorso di Alessia Valentina Parlatore abbia le gambe per camminare.

Per questo motivo i giudici amministrativi hanno sospeso il concorso e ordinato il rinvio della prova scritta fino alle decisioni della camera di consiglio fissata il prossimo 22 giugno, accogliendo il ricorso della Parlatore.

Ma nonostante tutto, e ben due pronunce del Tar, la Asl ieri sarebbe andata avanti come un treno verso la meta, una meta che non prevedeva la variabile delle due concorrenti escluse: c’è voluta la voce grossa dell’avvocato, per far saltare tutto.

ps: Un ente pubblico, eh.

 

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