Ecco come ricostruiremo Teramo dopo le macerie (anche politiche). Parla Cordone


Nella lista Insieme Possiamo a sostegno di Gianguido D'Alberto. "Il civismo? Una condizione sì meno partitica ma di assoluto senso politico"


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
08/06/2018 alle ore 11:47

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Le macerie non sono solo quelle del sisma a Teramo, che si appresta al voto amministrativo, ma investono anche la politica. Da un lato il centrodestra, reduce dalla gestione di Brucchi sindaco caduto “per pozzi avvelenati dall'interno”.

Dall'altro il centrosinistra, consunto dalle lotte intestine tra renziani e antirenziani, ma con il jolly di quattro liste civiche he appoggiano D'Alberto sindaco, tra cui spicca Graziella Cordone, già candidato sindaco nel 2014 e anima critica del Pd da cui ha preso le distanze.

Dalla sua candidatura a sindaco del 2014 ad oggi cosa è cambiato?

Quattro anni fa mi ero candidata con l'intento di poter finalmente vedere una Teramo diversa, visto che era stata asfaltata dalla precedente gestione di centrodestra. In questi anni ho sempre cercato di lavorare anche con la tessera del Pd in tasca, ma quella militanza mi ha insegnato che non poteva essere quella la mia dimensione. Ecco perché sono tornata ad essere uno spirito libero, un civico come si dice ora.

Che Teramo c'è adesso?

Con D'Alberto ho ritrovato quel feeling utile a offrire un contribito alla città, dopo il modello Teramo che è di fatto fallito. Si è infatti giunti al punto che gli stessi assessori si sono dimessi facendo di tutto per far cadere il loro stesso sindaco. Oggi Teramo è ancora più distrutta, commissariata, con un dissesto di bilancio non indifferente, con una ricostruzione pari allo zero considerando la questione terremoto.

Cosa porta in dote Insieme Possiamo?

Tante interessanti figure che hanno fatto parte di una Teramo civile, di una opposizione franca, personaggi culturalmente validi distribuiti in quattro liste, come Carmine Digiandomenico noto fuori dai confini nazionali. Così intediamo dare alla città una vocazione culturale e universitaria.

Sei mesi fa ha detto che stare nel Pd le stava facendo passare la voglia di far politica. Come le è tornata?

Essendo una passione, la politica, o anche una malattia, quella voglia in realtà mai mi è passata del tutto. Personalmente mi interesso di sociale e vivendo nel territorio con i miei figli mi accorgo dell'esigenza di protestare con qualcuno per ciò che non va. Vedere che il commissario, ad esempio, ha dovuto tagliare su mense e disabili mi è costato molto. Nel Pd non mi sono ritrovata per via di troppi scontri interni, opportunismi, lotte di potere che non mi appartengono. Non partecipo a questa competizione perché bramo nell'avere un posto in Consiglio, ma perché vivo l'impegno politico come un servizio.

Perchè la carta del civismo può essere la risposta alle incertezze di alcuni partiti?

Ce lo insegna l'exploit del M5S: la gente è stanca della gestione del potere e della sua spartizione da parte di destra e sinistra. Per questo sono nate forme di malpancismo e qualunquismo come possono essere i grillini. Il civismo invece mi ha affascinata perché, prima di fare politica, mi sono battuta con altre persone per alcune lotte sociali affinché non venisse chiusa l'oncologia teramana. Ebbene, con quei compagni di viaggio mi sono ritrovata nella condizione sì meno partitica ma di assoluto senso politico.

Il post Brucchi è quindi in discesa per il centrosinistra o no?

La precedente giunta è fallita perché qualcuno dall'interno ha avvelenato i pozzi, come ribadito dal candidato del centrodestra che ha detto pubblicamente di non temerli. Ma non sarà una corsa in discesa, magari lo fosse, per via della frammentazione della sinistra, divisa in due anime di centrosinistra che ha costretto il Pd a fare una conta interna per decidere chi appoggiare e chi no. I miei avversari sì che sono civici camuffati.

 

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