Il Tar annulla i bandi dei dirigenti


Un altro scivolone per il presidente-senatore Luciano D'Alfonso


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
08/06/2018 alle ore 15:50

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Non poteva fare bandi nuovi di zecca ma doveva attingere alle graduatorie esistenti: un altro scivolone per il presidente-senatore Luciano D’Alfonso, che a pochi giorni dalla sua uscita di scena, il 5 aprile scorso, si è precipitato a fare nuovi avvisi pubblici allo scopo di puntellare la Regione anche dopo la partenza per Roma.

Il Tar ha detto no e ha annullato, con la concessione della sospensiva, la determinazione n.29 firmata dal direttore del dipartimento Risorse e Organizzazione della Regione Abruzzo Fabrizio Bernardini con cui è stato approvato l’avviso per la selezione di dirigente del servizio “Supporto economico amministrativo” del dipartimento Infrastrutture, Trasporti, Mobilità, Reti e Logistica, e la numero 25 per la selezione del dirigente del servizio “Programmazione sociale e sistema integrato socio-sanitario” del dipartimento per la Salute e il Welfare.

Annullati, ha deciso il Tar il 6 giugno scorso (Antonio Amicuzzi presidente, Paola Anna Gemma Di Cesare e Mario Gabriele Perpetuini consiglieri) accogliendo il ricorso di una delle idonee, Roberta Rizzone, difesa dall’avvocato Fausto Corti dell’Aquila.

Annullati tutti e due i bandi, e le motivazioni dei giudici amministrativi sono identiche:

“L’ordinamento attuale afferma un generale favore per l’utilizzazione delle graduatorie degli idonei, avente anche una chiara finalità di contenimento della spesa pubblica che il concorso pubblico comporta”.

Insomma, la Regione anziché ricorrere a nuovi bandi, doveva pescare nelle vecchie graduatorie, anche per evitare sprechi di denaro.

“E’ stato ormai superato – scrive ancora il Tar – il tradizionale indirizzo che tendeva a preferire l’indizione di un nuovo concorso pubblico rispetto allo scorrimento di graduatorie esistenti” e ora, anzi, “lo scorrimento delle graduatorie concorsuali presi stenti ed efficaci rappresenta la regola generale per la copertura dei posti vacanti in organico, mentre l’indizione di un nuovo concorso costituisce l’eccezione e richiede un apposita e approfondita motivazione che dia conto del sacrificio imposto ai concorrenti idonei e delle preminenti esigenze di interesse pubblico che devono essere puntualmente e nucleate nel provvedimento di indizione di un nuovo concorso”.

Invece no, la Regione Abruzzo non ha fatto niente di tutto questo. E’ vero, non era una vera e propria procedura concorsuale quella del 5 aprile scorso, spiega il Tar, ma in ogni caso gli uffici avrebbero dovuto spiegare come e perchè avevano fatto questa scelta, come e perché gli idonei (di una graduatoria valida ed efficace) che aspettano da anni un cenno dalla Regione non sono stati considerati in grado di ricoprire quel posto. Insomma, la Regione era tenuta al rispetto della disciplina di settore e in particolare dell’articolo 36 della legge 165/2001:

“Per prevenire fenomeni di precariato, le amministrazioni pubbliche, nel rispetto delle disposizioni del presente articolo, sottoscrivono contratti a tempo determinato con i vincitori e gli idonei delle proprie graduatorie vigenti per concorsi pubblici a tempo indeterminato”.

E invece. C’è da dire che la Regione, appena saputo che il bando dei Trasporti era stato impugnato, non ha assegnato il posto. Posto che invece è stato dato a Raimondo Pascale, un interno, che il 30 aprile scorso è stato nominato dalla giunta regionale “dirigente del servizio Programmazione sociale e sistema integrato socio-sanitario del Dipartimento per la Salute”.

Una decisione che farà storia, questa del Tar, e che rischia di trascinarsi dietro altri ricorsi. E’ il primo atto, l’udienza di merito si terrà l’8 maggio del prossimo anno, ma ormai la storia è scritta.

ps: una storia che dimostra, ancora una volta, che la raffica di assunzioni del presidente-senatore fatte ignorando leggi e regolamenti, è uno spreco di denaro pubblico, e un esempio di pessima amministrazione.

 

 

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