Come corre in Asia (e nel resto del mondo) la Sco. L'Ue che dice?


Il problema non è la strategia di Cina, Russia ed Usa, ma il non procedere dell'Europa che non programma a sufficienza


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
06/06/2018 alle ore 17:11

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Si chiama Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e, dal 2001, mira a costruire un argine asiatico nei confronti degli Stati Uniti. La cooperazione regionale di quella macro area è stata strutturata al fine di superare le sfide politiche, economiche e di sicurezza create dalla situazione regionale in rapida mutazione.

Non solo un trattato di buon vicinato a lungo termine, ma una sorta di cartello che il prossimo 9 giugno a Qingdao, nella provincia dello Shandong, vedrà un nuovo incontro per gettare (altre) solide fondamenta alla partnership politica.

All'ordine del giorno i problemi di sicurezza che i paesi del Medio Oriente devono affrontare, la caduta dello Stato islamico in Siria e in Iraq, la fuga dei restanti terroristi verso est, l'estremismo locale e il traffico di droga. Ma soprattutto le nuove dinamiche legate alla finanza, agli investimenti e al business da diversificare.

E'chiaro che la crisi finanziaria globale ha rallentato la trasformazione industriale dei paesi aderenti alla Sco (Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan) ma, di contro, proprio il nuovo alfabeto globale che si distende tra la nuova politica dei dazi di Trump da un lato e le influenze di Mosca nel quadrante mediorientale e mediterraneo dall'altro, impone analisi e scelte.

Le dure sanzioni internazionali contro la Russia, ad esempio, hanno inferto un duro colpo alla sua economia e le hanno impedito di trarre i massimi benefici dalla cooperazione economica con altri paesi che si intrecciano con scenari complessi e in evoluzione, come l'India e il Pakistan, ultimi due aderenti alla Sco.

Sullo sfondo c'è la Via della Seta, il mega piano cinese che si fonde con l'iniziativa Belt and Road a diversi livelli che nei Balcani vedrà una pagina significativa per il vecchio continente. E la grande partita legata ai nuovi gasdotti che, dal costone caucasico, giungono nel Mediterraneo.

E'la ragione per cui il summit di Qingdao sarà una nuova pietra miliare nella storia della Sco, in attesa che anche nell'Ue si muova qualcosa di simile. Una piattaforma comune che abbia come obiettivo l'interlocuzione con i nuovi potenti del mondo (orientale) potrebbe essere una strada percorribile per non restare fuori dai giochi che contano.

 

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