Più tasse per tutti e crollano gli investimenti: ecco il "successo" della Grecia


Il nodo resta lo stesso: di sola austerità si muore. Altre strade sono una no tax area per attrarre sviluppo futuro


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
04/06/2018 alle ore 15:42

Tag correlati: #depalo#grecia#kosmondo#troika#ue

Viva l'austerità, abbasso l'austerità. In Grecia il governo annuncia la fine del memorandum con la troika, mentre in realtà il paese è sotto “contratto” con i suoi creditori sino al 2052. Magia della comunicazione, che però può essere battuta (assieme alle mille fake che circolano) solo dai numeri.

Infatti secondo i dati macro economici ufficiali relativi al primo trimestre del 2018 ecco che l'economia ellenica è sì cresciuta del 2,3%, rispetto al corrispondente periodo del 2017, ma si tratta di un rialzo fisiologico visto il disastro del passato con i frutti della crisi che ancora abbondano tra imprese e famiglie.

Gli investimenti sono in caduta libera. Sotto pressione infatti c'è la spesa dei consumatori, poiché l'alta tassazione costringe le famiglie ad un altro stile di vita. Per cui crollano i consumi interni, al pari degli investimenti, persiste una eccessiva tassazione in un quadro che vede prezzi milanesi con stipendi bulgari, senza contare che nel gennaio 2019 è previsto un altro taglio alle pensioni mentre il premier Tsipras aveva assicurato che sarebbe stato evitato.

Questo il paradosso di una cura da cavallo che non ha favorito una ripresa ma si è impuntata ideologicamente solo su un'austerità tout court. La spesa totale per consumi è diminuita dello 0,3% rispetto al primo trimestre del 2017. Giù anche gli investimenti del 10,4%. Le esportazioni di beni sono aumentate del 10,5% mentre le esportazioni di servizi del 3,8%. E su base trimestrale il pil è cresciuto dello 0,8%.

Al di là delle promesse elettorali e al netto di imprecisioni colpose dei media, il nodo resta lo stesso: di sola austerità si muore. Altre strade sono una no tax area per attrarre sviluppo futuro e la posibilità di stipulare accordi con chi, dall'esterno, può stimolare lo sviluppo. La partita dei gasdotti è strategica, ma non incide su famiglie e imprese nel breve periodo. Nessuno ha pensato a politiche che investano le piccole e medie imprese e il ceto medio, quello che in tutte le società fa circolare denaro e quindi innesca il circolo virtuoso di acquisti e vendite.

In Grecia, invece, si è ammazzato il commercio al dettaglio, si è deciso di cassare alcune professioni, non si apre il mercato puntando invece sull'importazione, mentre sarebbe servito ad esempio un piano di investimenti per tornare a produrre così da evitare l'acquisto in massa dalla Germania, che è il primo esportatore nell'Egeo.

Nel 2016 la Grecia ha esportato per 67 miliardi di dollari e ha importato per 117 miliardi, anche se non poteva permetterselo e Tsipras ha da poco promesso agli Usa di ammodernare i suoi 80 caccia F16 con un contratto da 1,2 miliardi di dollari.

Questo il punto di policies miopi che hanno condannato il debitore a perire.

 

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