Ma lo stallo sul governo non cancella gli errori del piddì d'Abruzzo


L'ultimo colpo ai democrat è la pantomima sulla doppia poltrona del governatore (e per Swg la Lega cresce ovunque)


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
31/05/2018 alle ore 09:10

Tag correlati: #abruzzo#impaginatoquotidiano#pd

Tecnico, politico, balneare o del Presidente. Mentre in queste ore si sta (forse) risolvendo la “maionese impazzita” del rebus sul governo, nel resto del Paese i partiti fanno la conta di voti e trend. 

E se l'ultimo sondaggio Swg è impietoso (Lega al 27%, guadagna almeno 10 punti, M5S scesi di tre punti e Pd stabile al 19) in Abruzzo il risultato del Pd alle politiche (il 13%) rischia di trasformarsi in una caduta verticale. Ecco perché, in fin dei conti, lo stallo sul governo non cancella gli errori del piddì d'Abruzzo.

L'ultimo colpo ai democrat è la pantomina sulla doppia poltrona del governatore, che verosimilmente lascerà altri segni sia in occasione delle elezioni regionali d'autunno, sia nella percezione di cittadini e imprese. Sempre più si ha la consapevolezza che sia ancora tutto un “si salvi chi può”, come dimostrano alcune mosse: vedi la designazione di un assessore regionale a pochissimi mesi dal voto, i tempi delle liste d'attesa che magicamente si accorciano quando si tratta di fare le ultime nomine, il ruolo che le segreterie provinciali del Pd non riescono a interpretare sui territori dove il malcontento sta montando ogni giorno di più. Come commentato dall'ex sindaco dell'Aquila Massimo Cialente dopo il 4 marzo, "il Pd non c'è più".

Si racconta di segretari che sono distanti ormai anni luce dagli elettori di ieri, di intere fette produttive (commercianti, artigiani, imprenditori) che hanno già deciso di guardare al centrodestra o al M5s, ma certamente non al partito che ha governato la Regione e che guida anche Pescara.

Giusto, Pescara. Una città assolutamente peculiare, dove è celato il barometro vero dei disegni regionali futuri. A Pescara c'è stato il primo exploit dei grillini, qui c'è la cabina di regia del dalfonsismo che si scontra con un territorio che ha bisogno invece di ascolto e di concertazione per poter programmare seriamente il prossimo decennio. A Pescara si attendono risposte su molti fronti, come le idee che la politica ha su vari dossier, come il porto di Ortona, le infrastrutture stradali e ferroviarie, una rete 4.0 pro turismo che deve intrecciare aeroporto, stazione e mare.

Insomma, se le regionali si avvicinano, ecco che le amministrative del 2019 sono già da adesso materia di ragionamenti e di capannelli per le strade cittadine. E se da un lato il bacino elettorale del M5S potrà variare a seconda di come si consumerà la partita con il Quirinale, ecco che è negli altri due campi che ci potrebbero essere delle novità. 

Il Pd pare essere già fuori dai giochi per via dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Se dovesse essere confermato questo trend, è il centrodestra che potrebbe trarne vantaggio, ma a patto di interloquire davvero (e in maniera armonica, non come accaduto a Teramo) con tutte le categorie produttive, con i movimenti civici, con i pezzi più remoti e troppo spesso abbandonati dell'Abruzzo (Marsica in testa).

Altre strade al momento non se ne vedono.

 

twitter@ImpaginatoTw