Riunificazione di Cipro: chi lavora per far fallire la conferenza di Ginevra


Il 28 giugno le parti di nuovo al tavolo, con garanti Regno Unito e Grecia. Ma Ankara non smette di provocare


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
22/06/2017 alle ore 06:01

Tag correlati: #cipro#depalo#gas#turchia

"Nessuno sogni che le forze armate turche se ne andranno da Cipro". Questo il ramoscello di ulivo che la parte turco-cipriota, rappresentata dal ministro Tahsin Ertugruloglu, porge a Cipro ed alla comunità internazionale impegnate in difficili trattative per la riunificazione.

L'isola, membro dell'Ue dal 2004, è stata bombardata e invasa da 50militari turchi nel luglio del 1974 in risposta ad un tentativo di colpo di stato greco e da allora i turchi, non solo hanno devastato il patrimonio culturale e religioso nella parte nord da loro occupata (la cosiddetta “Katekomena”) costruendo stalle e bordelli in chiese e cimiteri maroniti, ortodossi ed ebraici, ma hanno avanzato rivendicazioni assurde, come quelle sul gas presente nella ZEE cipriota, che nessuna legge concede loro, nel silenzio di Ue e Nato.

Per cui il prossimo 28 giugno in Svizzera, a Crans-Montana, si svolgerà l'ennesimo vertice Onu per cercare una soluzione all'annosa questione cipriota. La nuova conferenza segue quella “farsa” dello scorso 12 gennaio a Ginevra, quando fu convocato un incontro non in vista di un accordo, ma solo per esercitare pressioni affinché si arrivasse ad un punto di contatto: una mera registrazione delle posizioni delle due parti senza però il passo significativo, ovvero l'ammissione delle mille trasgressioni effettuate dai turchi in quel fazzoletto di Mediterraneo.

Il portavoce del governo di Nicosia, Victoras Papadopoulos, presentando la delegazione che seguirà il presidente cipriota Nicos Anastasiades a Crans Montana ha ribadito le parole del consigliere speciale delle Nazioni Unite, Espen Barth Eide, il quale ha definito la nuova conferenza internazionale come "un'opportunità storica". Ed è in questa cornice che, invece, si registra l'intervento a gamba tesa della parte turco-cipriota. Ertugruloglu è noto per le sue posizioni ultra ottomane, lo stesso si è più volte definito un nazionalista turco, vedendosi come un turco che vive a Cipro mentre a Cipro, membro dell'Ue, ha riservato un altro epiteto scioccante: "identità geografica" secondaria a quella turca.

Da sempre ha sostenuto una soluzione alla controversia di Cipro, a parole bilaterale, ma con il vero obiettivo di riconoscere la Repubblica turca di Cipro Nord che si è autoproclamata in barba ai trattati internazionali ed alle convenzioni. Come quella di Montego Bay del 1982 secondo cui la sovranità dello Stato può estendersi per massimo dodici miglia fino ad una zona di mare adiacente alla sua costa, il cosiddetto mare territoriale, su cui il singolo Stato esercita le proprie prerogative. Invece lo sfruttamento esclusivo di minerali, idrocarburi liquidi o gassosi, si estende su tutta la propria piattaforma continentale, intesa come il naturale prolungamento della terra emersa sino a che essa si trovi ad una profondità più o meno costante prima di sprofondare negli abissi. Per cui lo Stato costiero, Cipro, (e non l’invasore turco) è unico titolare del diritto di sfruttare tutte le risorse biologiche e minerali del suolo e del sottosuolo.

Ankara intanto continua nelle provocazioni, come l'invio di navi oceanografiche nella ZEE di Cipro dove sta legittimamente operando anche l'italiana Eni nella ricerca del gas. Il nodo è la percentuale dei territori da ripartire e le pretese sul gas presente copioso nelle acque. Ai turchi è stato proposto il 28,2% (fino a un massimo del 29,2%) ma Ankara chiede di più. E quest'anno, per la prima volta dal '74, si è verificato uno scambio di mappe, ben sette, alternative che sono state al centro dei colloqui.

Eni partecipa al giacimento Afrodite tramite un consorzio con la sudcoreana KoGas grazie ad un contratto con Cipro per l'esplorazione di tre blocchi offshore.

Ma il regime dittatoriale di Erdogan a quel gas non intende rinunciare, anche a costo di infrangere la legge, così come l'aviazione turca fa praticamente ogni giorno con sconfinamenti aerei in Grecia e nella stessa Cipro. Nulla di nuovo, comunque: del progetto dai tratti somatici ultraottomani ne aveva scritto l'allora professore universitario Ahmet Davutoglu nel pamphlet “Profondità strategica”, teorizzando una Turchia leader e padrona di tutto il Mediterraneo orientale. L'autore, poi, è stato ministro degli esteri e anche premier prima di essere deposto da Erdogan perché troppo dialogante con l'Ue. Quella stessa Ue che avrebbe fatto bene a leggere, anni fa, quelle pagine.

 

twitter@FDepalo

GALLERIA FOTOGRAFICA


  • Riunificazione di Cipro: chi lavora per far fallire la conferenza di Ginevra
  • Riunificazione di Cipro: chi lavora per far fallire la conferenza di Ginevra