Rigopiano: Gerardis, D'Alfonso e quell'inappropriato scaricabarile


L'ex direttore generale della Regione Abruzzo indagata assieme ad altri colleghi mette l'accento sulla condotta del governatore-senatore


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
18/05/2018 alle ore 16:19

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Un inappropriato scaricabarile fatto da “una persona, come lui, chiamata dagli elettori a ricoprire un ruolo di così primaria importanza” che non dovrebbe “sottrarsi a spiegare compiutamente le sue ragioni”. 

Così all'Ansa l'ex direttore generale della Regione Abruzzo Cristina Gerardis, indagata assieme ad altri colleghi sul caso Rigopiano ragiona su come parole e dichiarazioni si stanno intrecciando nell'inchiesta che nei giorni scorsi ha prodotto una raffica di avvisi di garanzia per la strage di Rigopiano.

Per la valanga del 18 gennaio 2017 che travolse il resort uccidendo 29 persone, sono indagati tre presidenti di Regione, Luciano D’Alfonso, Gianni Chiodi e Ottaviano Del Turco, tutti gli assessori alla Protezione civile delle ultime tre giunte (Daniela Stati, Gianfranco Giuliante e Tommaso Ginoble) compreso Mario Mazzocca e vari dirigenti regionali. Le accuse della procura di Pescara vanno dal concorso in omicidio colposo, alle lesioni colpose e al disastro colposo. 

Premettendo di essere indagata dalla procura di Pescara sui drammatici fatti di Rigopiano per via “di un atto dovuto, direttamente conseguente al contenuto della memoria depositata a firma di Luciano D'Alfonso nei giorni scorsi'', Gerardis precisa un passaggio che al momento assume un contorno interessante perché è marchio di fabbrica di chi ha gestito la cosa pubblica in Regione.

Quando dice che “'in una parte di quel documento, egli si difenderebbe addossando su di me, quale direttrice generale della giunta, le responsabilità che gli risultano essergli contestate” apre di fatto un capitolo nuovo sulla questione.

E aggiunge: “Credo che una persona, come lui, chiamata dagli elettori a ricoprire un ruolo di così primaria importanza non possa sottrarsi a spiegare compiutamente le sue ragioni, per di più in una situazione tanto dolorosa per l'intera comunità, evitando di rifugiarsi in un sorprendente quanto inappropriato scarica barile di responsabilità che, laddove vi fossero, sarebbero personali, non di posizione e come tali non delegabili”.

Ecco il punto. A di là del profilo giudiziario cu cui farà ovviamente luce la magistratura (e solo questa) è la condotta a lasciare perplessi. Quella stessa condotta che in questi anni è stata “manico politico” di un'amministrazione che ha fatto mille annunci, tagliato 10mila nastri e realizzato poco nulla.

In quel poco o nulla vanno messi anche i danni prodotti (di immagine, di mancati guadagni, di decisioni inapprorpiate) che sono sfociati in uno scarica barile. Così come nel caso della Gerardis.

 

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