Abruzzo, poltrona di riserva


Un giorno la Regione e il giorno dopo il Senato, in una stressante e ondivaga oscillazione di opzioni


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
15/05/2018 alle ore 10:25

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Ieri era il giorno del Senato, ma attenzione che oggi potrà cambiare idea visto che Lega e Cinquestelle hanno chiesto altro tempo a Mattarella per l’ipotesi di governo. Funziona così in Abruzzo da qualche tempo, un giorno la Regione e il giorno dopo il Senato, in una stressante e ondivaga oscillazione di opzioni.

Condizionate tutte non dall’interesse per la patria come ci vorrebbe far credere, ma da quello molto più vile e materiale del proprio futuro: Luciano D’Alfonso ha dichiarato ieri ai giornalisti a margine della millesima conferenza stampa per la firma delle opere del Masterplan che sceglierà il Senato. Pochi giorni fa era di tutt’altra idea: in pieno caos politico con la prospettiva di rivotare a luglio, meglio la Regione e infatti diceva “Io resto”. Qualche tempo dopo, con la ripresa delle trattative tra Lega e Cinquestelle “io resto solo per il tempo di sistemare tre-quattro cose”.

E così la Regione resta ostaggio del presidente-senatore che ieri si è fatto intervistare varie volte, con video postati sulla sua bacheca Facebook, da un microfono retto nonsisadachi.

Video opportunamente ritagliati in cui sostieneche opterà per il Senato ma che gli serve altro tempo, soprattutto per ultimare la “ferrovializzazione” dell’Abruzzo. E per questo, aggiunge, ho chiesto altro tempo al Consiglio regionale, “che me l’ha dato”, e “anche gli abruzzesi”: dove e quando siano stati interpellati gli abruzzesi sul punto non si sa, anzi non è per niente vero. L’ultima volta che gli abruzzesi sono stati interpellati è stato il 4 marzo quando Dalfy si è candidato alle Politiche in un collegio blindatissimo e nonostante tutto è stato eletto solo per trecento e rotti voti.

E quindi sulla “ferrovializzazione”dell’Abruzzo come la chiama lui nel suo linguaggio roccoco’ nessuna consultazione degli abruzzesi, né on line come farebbero i pentastellati né nei gazebo in piazza come farebbe la Lega.

E allora come mai aveva detto che sarebbe rimasto alla Regione? Lui candidamente spiega:

“Quando è stato scritto – ha precisato – e da parte mia è stato detto, era perché si scriveva da Roma che la legislatura potesse morire prima di nascere. In quel caso, chiaramente, poiché veniva meno la materia del contendere, io restavo decisore e legislatore regionale. Ma poiché mi sembra di capire che sta partendo la Legislatura, io mi dedicherò alla Legislatura Nazionale”.

 

ps1: Insomma, tradotto significa che se si fosse tornati al voto, la “materia del contendere” e cioè l’incompatibilità non sarebbe più esistita: lui una poltrona assicurata ce l’aveva, e quindi lì, cioè qui, sarebbe rimasto.

 

ps2: Questo è l’Abruzzo, poltrona di riserva.

 

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