Guardie mediche, la stangata è servita


Non sono servite a niente le promesse e le lettere ai parlamentari Pd o al governo Gentiloni. Soltanto una formalità


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
15/05/2018 alle ore 10:20

Tag correlati: #abruzzo#impaginatoquotidiano#maperò#paolucci

Non sono servite a niente le promesse e le lettere ai parlamentari Pd o al governo Gentiloni. Soltanto una formalità, un faccimmo ammuina in vista delle elezioni dello scorso 4 marzo: le guardie mediche pagheranno e pagheranno caro il salasso imposto dalla Regione.

Le lettere di sollecito per il pagamento delle “indennità per i rischi legati alla tipologia dell’incarico” stanno arrivando in questi giorni e i medici saranno costretti a pagare entro il 30 giugno cifre che si attestano in media intorno ai 60 mila euro.

La lettera indirizzata al capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato è rimasta senza risposta: l’hanno scritta a novembre scorso l’assessore al Bilancio e alla Sanità Silvio Paolucci e il capogruppo Pd all’Emiciclo Sandro Mariani. C’erano già le elezioni nell’aria e non c’era molto altro da fare: era stata una sentenza della Corte dei Conti a suggerire di infliggere un drastico taglio alle indennità e pure con effetto retroattivo per i medici. Paolucci e Mariani chiedevano un intervento normativo ad hoc del Parlamento per individuare una forma che sgravasse almeno in parte i medici dalla restituzione delle indennità.

Niente, nessun effetto.

In realtà le guardie mediche la lettera della Asl che annunciava il recupero delle indennità “percepite illegittimamente” l’avevano già ricevuta a fine anno, sotto l’albero di Natale. Quasi 60 mila euro a testa, per ognuno dei 280 medici in servizio e per gli altri 600 non più in carica. Una batosta.

Era cominciato tutto a luglio 2017, quando la Regione bloccò l’indennità aggiuntiva di 4 euro l’ora ai medici di continuità assistenziale mettendo così in moto la procedura di recupero per i soldi versati dal 2006 fino a quel momento. E lo fece incaricando il 30 ottobre scorso i direttori generali delle Asl abruzzesi. La lettera dell’assessore alla Sanità Silvio Paolucci indirizzata ai quattro manager prevedeva per i medici anche forme di rateizzazione.

Tutto cominciò però dopo che la procura della Corte dei Conti aprì un’indagine per danno erariale a carico della Regione. I magistrati contabili parlarono di un “elevato pregiudizio alle pubbliche finanze” proprio a causa dell’erogazione a favore delle guardie mediche abruzzesi dell’indennità di rischio. Quattro euro l’ora in più per ogni ora di lavoro, una cifra che andava ad aggiungersi ai 22 euro l’ora stabiliti dal contratto nazionale di lavoro. Un’indennità illegittima, secondo la procura perché in contrasto con l’accordo collettivo nazionale che prevede dal 2004 un onorario onnicomprensivo.

Ma sono altissimi i rischi che corrono ogni giorno i medici di continuità assistenziale, soprattutto le donne-medico durante le ore notturne e le statistiche sulle aggressioni danno loro pienamente ragione. E per questo la decisione della Regione è stata impugnata davanti al Tar.

 

ps: nel frattempo e nonostante la massiccia mobilitazione, la stangata è servita: ora dovranno pagare, poi si vedrà.

 

twitter@ImpaginatoTw