Il circo si chiude - L'occhio del gatto/Il film/Loro 2/#decimaMusa


Si capisce bene quale sia lo scopo ultimo di Sorrentino, che non a caso ha intitolato il lungometraggio "loro" e non "lui"


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
13/05/2018 alle ore 12:05



#Loro2 (REGIA: Paolo Sorrentino. Con: Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis, Duccio Camerini, Yann Gael, Alice Pagani, Caroline Tillette, Iaia Forte, Michela Cescon, Roberto Herlitzka. Genere: Biografico, Drammatico)

 

Se la prima parte di quest’opera non mi aveva convinto completamente (mi ero però lasciata la riserva di giudicare il film completo), dopo aver visto Loro 2 non posso che consigliarvi di non perdere assolutamente entrambi. Anzi, secondo me, sarebbero da vedere uno dopo l’altro, perché se ne comprende meglio il significato complessivo, si capisce bene quale sia lo scopo ultimo di Sorrentino, che non a caso ha intitolato il lungometraggio “loro” e non “lui” (ricordate: il nome con cui Berlusconi era rubricato sul cellulare del personaggio interpretato dalla Smutniak).

L’occhio, spesso impietoso, sardonico, canzonatorio, del regista è puntato, più che sul personaggio di Silvio, sul circo che gli ruota intorno. Su “loro”, appunto. Tutta una fauna sgambettante e poco vestita di ragazze disposte a tutto per riuscire ad entrare in contatto (anche ravvicinato) con l’uomo più ricco e potente d’Italia. Mezze figure di uomini, politici, faccendieri, finti amici, che lo osannano e gli manifestano affetto attendendosi in cambio una ricompensa: sotto forma di incarichi, denaro, favori, occasioni per “svoltare” da esistenze mediocri. Tra le due parti del film c’è una escalation: cresce il numero dei questuanti che circondano Berlusconi, lo ricattano, tentano di rovinarlo diffondendo registrazioni o immagini compromettenti.

Ognuno di noi ricorda la storia recente, ed il film la racconta molto da vicino, ancora una volta, secondo me, “graziando” il protagonista. Già, perché nei giorni della riabilitazione giudiziaria di Berlusconi (e dunque della sua rinnovata possibilità di candidarsi o farsi eleggere in cariche istituzionali), esce un’opera che, anziché dipingerlo come un mostro (cosa che molto si aspettavano, forse anche lo stesso Silvio), lo descrive in modo molto umano. Gli dà diritto di replica alle accuse che gli vengono rivolte per bocca di Veronica Lario.

Vi consiglio massima concentrazione sulla scena dell’ultimo dialogo tra i due coniugi: lei gli rinfaccia le ragioni per cui vuole porre fine al matrimonio, gli butta addosso il disprezzo che ha serbato per anni, sembra essere la portavoce di quei milioni di italiani che prima lo hanno acclamato e visto come il salvatore della patria e poi lo hanno disprezzato e rinnegato. Il quadro che esce dal discorso di Veronica è Berlusconi come “il male assoluto” (vi ricorda qualcuno?).

Ma Sorrentino, dopo il monologo di lei, concede a lui un contraddittorio pieno: una difesa a tutti gli effetti, a mio avviso più pungente dell’attacco (ma giudicate voi: sarei curiosa di sentire opinioni differenti!). Certo, nella storia, sono diversi i momenti umilianti, dai quali emerge fortissima la paura della vecchiaia e dell’irrilevanza. Ma nel complesso, il personaggio Berlusconi non esce sconfitto da queste ore di cinema: al contrario di “loro” e forse, in particolare, delle donne che lo hanno circondato, sempre, evidentemente in modo non autentico. Con una finalità, uno scopo materiale.

Questo è davvero triste, e viene fuori l’estrema solitudine dell’uomo, nonostante il successo, i soldi, le infinite possibilità di realizzare ogni desiderio. Infatti, per me, la scena più bella e significativa dell’opera intera è quella con cui esordisce questa seconda parte: Berlusconi a tu per tu con il socio ed amico Ennio Doris (quello di Banca Mediolanum, per intenderci) interpretato magistralmente dallo stesso Servillo, che si sdoppia nel medesimo contesto in un duetto che, vi assicuro, vale il prezzo di entrambi i biglietti.

In quei minuti si snocciola la verità, capirete molto di Berlusconi e del berlusconismo, ci sono chiavi di lettura importanti nel discorso tra i due. La frase del film, anche: “l’altruismo è il miglior modo per essere egoisti”, ecco il consiglio che viene dato a Silvio. Per fare bene il tuo interesse devi mostrarti generoso.

Una regola che lui ha applicato pedissequamente, a volte non rispettando regole “superiori” ma evidentemente ottenendone per sé enormi risultati. “Io conosco il copione della vita” dice Berlusconi, e forse, venendo ciò che accade oggi sotto i nostri occhi, un po’ di ragione bisogna dargliela.

Non voglio “spoilerare” il finale, ma gli ultimi minuti saranno durissimi da vedere per gli aquilani, dato l’estremo realismo del film (ed anche qui, non credo di sbagliarmi, Silvio, inaspettatamente per me, non ne esce con le ossa rotte). La valutazione è 4 ciak

 

 

twitter@ImpaginatoTw