Non è Scampia, ma Londra: è allarme sicurezza, ma Downing Street cincischia con la Brexit


Il governo inglese vive una fase di oggettivo medioevo, ma non solo politico: e qualcuno inizia a solleticarsi con il cognome Blair


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
07/05/2018 alle ore 10:05

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Si sono persi dopo gli anni delle politiche di Blair? Possibile, anzi, probabile visto che a Londra si mastica amaro non solo per la Brexit. La situazione legata alla sicurezza è ormai fuori controllo, con episodi gravissimi di aggressioni e micro (che diventa macro) criminalità all'ordine del giorno.

E mentre il governo di fatto si è perso nei meandri della Brexit, perdendo anche la golden share europea a vantaggio della Francia di Macron, ecco che i media tentano di celare ciò che è evidentemente sotto gli occhi di tutti: se fosse capitato a Scampia sarebbe venuta in Campania la Bbc, che ora invece farebbe bene a restare a casa propria.

L'ultimo caso riguarda due ragazzi di 15 anni feriti da alcuni colpi di pistola ad Harrow, con Scotland Yard che, alla faccia del prestigio sciorinato sul grande schermo, è in bambola. Poco prima un 17enne era stato ucciso a Londra e un 20enne ridotto in fin di vita a coltellate a Liverpool. Insomma, è escalation senza che vi sia l'ombra di una risposta dello Stato.

E'come se in l'Inghilterra lo schiaffo della Brexit abbia rappresentato la chiusura di un cerchio, con da un lato l'illusione laburista di un Corbyn troppo passatista e ideologico per essere credibile e una premier May senza rotta né vascello.

Certo è che ai funerali del socialismo europeo, primo responsabile della crisi sociale prima che economica del vecchio continente, che ha visto crollare ad esempio Hollande e Schultz, a Londra in questi giorni si replica con una suggestione: Cherie Blair al posto del consunto e poco credibile Corbyn, per insistere sulla strada della donna di polso che però parte da una posizione di (presunta) forza. Il nodo, però, non è apriristicamente sul nome ma sul percorso e sui tempi. L'Inghilterra di oggi non è quella di Tony: né l'Europa di oggi è quella degli anni novanta.

Ci sono nuove sfide, in parte già purtroppo perse, come quella della globalizzazione unidirezionale e dei trattati europei che Bruxelles vede come unica strada, senza contemplare davvero gli interessi mediterranei. Gli anni '60 tanto cari a Corbyn sono stati essi stessi forieri di una parte dei guai a cui assistiamo oggi, con un costo del lavoro eccessivo che alla lunga non porta frutti. Meglio lasciare da parte, poi, la deriva “da bonus” che sia Corby che i suoi “alleati” negli altri paesi annunciano come soluzione senza rendersi conto che andrebbero solo a zavorrare il debito pubblico, vera àncora che non consente nuovi viaggi.

Nel mezzo il disagio sociale inglese, le intermediazioni con bande criminali e la risposta insufficiente della May. Se in Francia si diceva che Hollande fosse stato il peggior presidente della storia dell'Eliseo, a Londra il quadro non è poi così differente.

 

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