Desideri appagati e sorrisi in un vino voluttuoso


Le "voglie" devono essere appagate. Così mi hanno detto. Altrimenti restano là in agguato


di Samuela Palatini
Categoria: Avvinato
02/05/2018 alle ore 08:59

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Le “voglie” devono essere appagate. Così mi hanno detto. Altrimenti restano là in agguato e al primo tentennamento riaffiorano rinvigorite dall'attesa. Per questo mi hanno detto anche, che se ho un desiderio, solamente l'oggetto desiderato sarà in grado di soddisfare la mia aspettativa, nessun'altra possibile alternativa o variante al tema sarà adeguata e, sono certa che questo valga anche per il vino.

Sono più o meno sicura avendolo sperimentato, che i desideri impongano anche uno spazio temporale piuttosto ristretto, che esista il “qui e ora”, che insomma, vivano una condizione di immediatezza.

Se cercate personalità, aromaticità ma anche immediatezza e semplicità in un rosso, se lo volete intenso ma comunque di facile approccio, se cercate di riconciliarvi con un desiderio, senza mai snaturalo nella sua autenticità, il vino di oggi probabilmente può fare al caso vostro.

Al calice il colore è un rosso rubino con leggere sfumature porpora e una buona consistenza. Al naso i sentori tipici del Montepulciano d'Abruzzo, perchè di questo vitigno si tratta, emergono con la genuina onestà che gli appartiene, quindi i profumi floreali di violetta e rosa, si susseguono alla carnosità della ciliegie mature e delle more selvatiche. Il vino, che in questo caso riposa solamente 6 mesi prima dell'imbottigliamento, ha un corpo abbastanza definito, tannini vivaci e riemerge con un giusto equilibrio la freschezza delle uve che si esprimono lasciando al palato una piacevole firma.

Questo vino ha accompagnato un pranzo domenicale che come primo vedeva protagonista un classico ma sempre di moda Timballo di “scripelle” e il seguente secondo di coniglio al forno.

La bottiglia è Voluptas Montepulciano 2013 di Vini Monti azienda di Controguerra (TE), il nome dello stesso vino richiama la voluttà, il senso di piacere ed appagamento che gli appartiene e che fin da principio ci motiva nella continua ricerca edonistica.

Recentemente premiata a Vinitaly con il Premio Betti Medaglia Cangrande questa realtà, conferma la dedizione che da generazioni adopera nella viticoltura del territorio, e l'impegno associato a quello altre aziende vinicole locali, nella nascita della DOC Controguerra, che ha fatto di una visione progettualità, investendo nel futuro.

I morbidi crinali delle colline di questo comune del Teramano, in questi giorni di primavera inoltrata, stanno trasformando i fiori in frutti e, questa attesa del viticoltore, come del contadino, è un po' un continuo atto di fede. Nel ventre di questa terra tanto generosa matureranno i frutti che passione e la tenacia trasformeranno in vino, che sarà poi oggetto di desiderio ed appagamento del piacere.

Esiste quindi un filo rosso che lega tutto, la speranza, alla fiducia, all'attesa, per trasformarli in desiderio, poi in voluttà e per ritrovarli in un sorso ed un sorriso, tutto quello che in fondo cerchiamo in un calice di vino.

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