Saga, Paolini al posto di Mattoscio


Fu vice presidente della giunta Del Turco e presidente facente funzioni dopo gli arresti del governatore


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
26/04/2018 alle ore 10:00

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“Il nuovo presidente di Saga sarà una personalità che si è occupata a livello nazionale di turismo”, ha detto il presidente-senatore Luciano D’Alfonso quattro giorni fa.

Ed eccolo pronto il sostituto di Nicola Mattoscio, uno che in questi giorni è stato visto negli uffici della Regione un giorno sì e l’altro pure.

Enrico Paolini, vice presidente della giunta Del Turco e presidente facente funzioni dopo gli arresti del governatore, ex assessore al turismo, uno che nel suo curriculum vanta l’indimenticabile concerto di Sting a Pescara e l’arrivo di Ryanair all’aeroporto d’Abruzzo, vice presidente Aptr a cavallo degli anni 2000, coordinatore nazionale degli assessori regionali al Turismo, vice presidente Enit eccetera eccetera, insomma uno che mastica di turismo da quando aveva i calzoni corti: potrebbe essere lui il nome atteso in questi giorni, l’ennesima nomina che Dalfy piazza in Abruzzo prima di andarsene a fare il senatore, coprendo tutte le caselle scoperte e anche di più.

Un nome che si è tenuto nel cassetto negli ultimi sette giorni, in attesa che la trattativa andasse in porto, lasciando che circolassero altre ipotesi, come quelle dell’imprenditore Maresca o dell’albergatore Emilio Schirato o della stessa Evelina D’Avolio, dipendente regionale e ingegnere trasportistico, che entrerà nel cda Saga ma come soldato semplice.

Con la nomina di Paolini, che dovrà avvenire entro il 30 aprile (l’assemblea è in programma alle 7) finisce l’era Mattoscio, che è ancora sotto inchiesta per i bilanci della Saga e che si è dimesso pochi giorni fa in modo molto misterioso. Le sue dimissioni, inizialmente smentite, sono state poi confermate dallo stesso Dalfy.

ps: ormai è chiaro, Dalfy passa i suoi ultimi giorni a firmare nomine su nomine, a blindare gli enti e a piazzare uomini di fiducia (in questo caso di fiducia del Pd, per la verità: ma è sempre un dare-avere, quando si parla di poltrone). E senza che nessuno dica una sola parola: neppure l’opposizione.

 

 

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