Ius soli, Andrea Colletti (M5s): ci vuole almeno un esame di Stato per diventare italiani


L'intervista di Impaginato.it al deputato pentastellato pescarese


di Silvia Grandoni
Categoria: ABRUZZO
17/06/2017 alle ore 20:35



Mentre Il premier Gentiloni considera la votazione del disegno di legge che riforma la cittadinanza e introduce lo ius soli “un atto doveroso e di civiltà” che interessa non solo i diritti dei bambini stranieri, ma anche la sicurezza del nostro Paese, Beppe Grillo ha definito il provvedimento “un pastrocchio invotabile, senza capo né coda”.

Sullo ius soli, infatti il Movimento 5 Stelle si è astenuto alla Camera e, come annunciato dal garante pentastellato, “altrettanto farà, con coerenza, al Senato”.

Impaginato.it ha chiesto al giovane deputato pescarese M5s, Andrea Colletti di spiegarci i motivi che hanno spinto i grillini ad astenersi:

“Il primo sintomo di confusione di questa proposta si manifesta nella possibilità per uno straniero di ottenere la cittadinanza italiana al compimento di una sorta di corso di formazione. Ebbene, non è chiaro se per tale si intende il ciclo di studi elementari-medie combinato o anche corsi di studio specifici privatistici”.

Colletti si preoccupa di quello che potrebbe accadere, se il disegno venisse approvato così come presentato.

“Siamo in Italia, immaginiamo quali interessi economici potrebbero nascere dietro le questioni di cittadinanza se istituissimo corsi di formazione ad hoc? La normativa risulta sul punto molto poco chiara e si presta ad una gestione futura che si annuncia pessima. La legge non prevede nemmeno che l’acquisizione della cittadinanza sia vincolata al superamento di un esame”.

Colletti lascia però aperta una porta ad eventuali modifiche.

“Delle prospettive di miglioramento della norma ci potrebbero essere. Per fortuna la legge non prevede che si possa diventare cittadini italiani solo per il fatto di essere nati in Italia. Si potrebbe invece introdurre l’obbligo del superamento di un esame di lingua o di cultura italiana organizzati da enti pubblici, come fanno all’estero, ad esempio”.

Non è che il M5s sta cavalcando i temi cari al centrodestra per meri calcoli elettorali?

“Chi ritiene che vi sia stata una virata per evitare di perdere consenso politico non conosce né la legge sullo ius soli, né la nostra posizione. Basti pensare alla questione dell’immigrazione e alla confusione sull’uso delle parole migranti/rifugiati”.

Allora qual è la posizione del Movimento 5 Stelle?

“Noi siamo per un vero acquisto della cittadinanza italiana per quelle persone che vivono da molti anni in Italia, attraverso un passaggio che faccia riferimento alla scuola italiana pubblica, che si concluda con il superamento di un esame di lingua o cultura italiana”.

Ma il vero proplema per Coletti è un altro.

“Il PD ha strozzato ogni forma di dibattito, quindi attualmente non è possibile proporre forme alternative alla proposte di legge, tanto è vero che potrebbe essere posta la fiducia. Il che vuol dire l’impossibilità di presentare emendamenti. In quel caso sicuramento voteremmo contro, perché noi siamo contro questo governo”.

Il Movimento 5 Stelle è realmente compatto su questo argomento?

“Sì, e lo è sempre stato. Anche quando in commissione o nei vari gruppi si parte da punti di vista differenti, alla fine, attraverso il dialogo, si trova comunque una sintesi unitaria”.

Il deputato pone sul tavolo un’altra questione.

“Vogliamo che siano messi dei paletti e che sia fatta chiarezza. Cosa accadrebbe se un minorenne dovesse acquisire la cittadinanza italiana, perché magari ha completato un ciclo di studi, e contestualmente il permesso di soggiorno dei genitori scadesse? Avremmo una famiglia divisa e un minore italiano non accompagnato”.

Il grillino conclude:

“Tali aspetti confusi sono alla base dei motivi che ci inducono a pensare che la soluzione sia quella di rimettere la scelta alla volontà del ragazzo una volta diventato maggiorenne”.