Pescara e il calcio: quel far west nel silenzio di tutti. Minacciato Grosso


Dopo la gara intena con il Bari, tre gravi episodi finanche contro il tecnico dei pugliesi, già Campione del Mondo con la nazionale


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
16/04/2018 alle ore 10:53

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Pescara e il calcio: quel far west nel silenzio di tutti. Minacciato Grosso. C'è riuscita la tifoseria del Pescara che in occasione della gara interna con il Bari ha dato uno spettacolo desolante.

Prima alcuni esagitati hanno assaltato l'hotel dove era in ritiro il Bari: non solo sfottò e cori, ma anche due bombe carta. Poi lo sfregio contro i muri esterni dell'abitazione dei familiari di Fabio Grosso a Spoltore “impreziosito” da un gesto macabro: un galletto morto, appeso al cancello d'ingresso.

Perché prendersela con Grosso, campione del mondo con l'Italia nel 2006? Perché un pescarese non avrebbe dovuto allenare il Bari. Ma dal momento che al peggio non c'è limite, ecco la chiusa di questo trittico di follia: il collaboratore di Grosso, l'ex terzino del Bari Giovanni Loseto, aggredito e minacciato con mazze da baseball.

Dure le parole di Grosso: "Purtroppo il nome della città di Pescara è venuto fuori prendendosi la responsabilità di pochi ragazzi superficiali. Non mi va di parlarne perché ci vivo da sempre, ci vivrò sempre e l’errore di qualcuno non macchia quello che io penso: Pescara è una città civilissima".

Ha ragione. Pescara è una città civilissima e bellissima. Ma proprio perché lo è, la politica non deve restare afona e abulica dinanzi ad una notte di follia in cui alcuni esagitati hanno di fatto preso il controllo della città con quegli episodi, senza che alcuno lo avesse impedito.

Un gallo cantò tre volte e in direzione del Comune. Qualcuno gli risponderà?

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