Usa-Cuba, L'Avana: ma Donald Trump, chi ascolta?




Categoria: ESTERI
16/06/2017 alle ore 12:00



L'Avana, 16 giu 10:05 -Le anticipazioni sul varo di una politica più restrittiva degli Stati Uniti nei confronti di Cuba fanno sorgere una domanda: "con chi si è consultato il presidente Donald Trump per definire il futuro delle relazioni con un paese a solo 90 miglia dalle sue coste?". Se lo chiede il quotidiano cubano "Granma", organo ufficiale del Partito comunista e "voce" del governo. "Secondo l'informazione filtrata dalla stampa statunitense, l'immensa maggioranza delle agenzie governative ha raccomandato al presidente" di non alterare il corso delle relazioni bilaterali, segnala la testata.

Il "dietrofront" è frutto in particolare dell'operato di un "pugno di parlamentari di origini cubane che hanno usato stratagemmi e ricatti per sequestrare la politica nei confronti di Cuba e spingerla in una direzione contraria a quella voluta dalla maggioranza degli statunitensi", si legge nell'articolo che cita il sondaggio del Pew Research Center nel quale il 75 per cento del campione appoggia la politica di avvicinamento. La testata sottolinea che le aperture fatte durante l'amministrazione di Barack Obama, pur modeste, hanno permesso un massiccio arrivo di statunitensi nell'Isola, con cifre riportate come un successo dell'operazione "disgelo". Citate le testimonianze di viaggiatori e operatori turistici, allarmati per il cambio di rotta, l'articolo segnala poi che la Casa Bianca non chiuderà l'ambasciata all'Avana, lascerà aperte le relazioni diplomatiche e non toccherà la normativa su viaggi familiari e rimesse. Interverrà, questo sì, sui rapporti con "alcune imprese pubbliche cubane, in cui lavora la maggior parte della forza lavoro del paese e che produce beni e servizi con il maggior valore aggiunto": l'industria bellica, secondo le ricostruzioni della stampa internazionale. Di segno prevedibilmente diverso il commento pubblicato da "14ymedio", testata online indipendente fondata dalla nota blogger dissidente Yoani Sanchez. L'editoriale invita a non dare troppo peso all'imminente annuncio della Casa Bianca: "il magnate ne farà uno spettacolo al pari di tanti altri di cui è stato protagonista da quando è alla guida della maggior potenza del pianeta. Gesticolerà, prometterà impegno sui diritti umani e strapperà applausi entusiastici, ma poi tornerà alla Casa Bianca" e i cambiamenti reali rimarranno limitati alla sua agenda. Trump soddisferà le richieste di chi vuole "mettere sotto torchio" l'Avana, come se le sanzioni e potessero "far mancare acqua, elettricità o accesso a internet ai gerarchi del Partito comunista". Un irrigidimento delle posizioni irrobustirebbe le ragioni del governo e come "conseguenza prevedibile" si avrà un "incremento della repressione e un miglior posizionamento dei settori più conservatori".

 © Agenzia Nova - Riproduzione riservata