La giustizia è una: a chi conviene rispettarla "a macchia di leopardo"?


In Italia sempre più affollata la squadra di chi usa le sentenze per propri fini, come quelli che hanno portato i neonati a contestare il Tap


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
06/04/2018 alle ore 15:36

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“Rispettare il lavoro della magistratura” è il mantra bypartisan di garantisti e giustizialisti che, in occasione di processi, sentenze e vicende più o meno personali fanno (giustamente) a gara per twittare quella frase.

Ma c'è un ma: vi sono casi in cui, poi, una sentenza del Consiglio di Stato (mica di un tribunalino di provincia) provoca la reazione di cittadini e associazioni. E che reazione. 

Il caso riguarda l'Adriatico, da Rimini al Salento e il tema è quantomai scottante perché riguarda la caccia al petrolio, che altri paesi hanno ormai avviato come Cipro, Grecia, Albania mentre in Italia è un tabù (così come la tav, il tap per intenderci).

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso delle Regioni Puglia ed Abruzzo contro il decreto di via (valutazione di impatto ambientale) favorevole, che è stato rilasciato dal Ministero dell'Ambiente alla Spectrum Geo, che ha richiesto di poter effettuare prospezioni in mare.

(LEGGI ANCHE: LA SINDROME NIMBY, SABBIE MOBILI PER L'ABRUZZO E L'ITALIA)

Il popolo del “no triv”, allora, ha deciso di rispondere con il "flash mob per il mare" con associazioni e movimenti civivi di 6 regioni d'Italia.

Ma al di là del merito della protesta, legittima perché costituzionalmente garantita, un altro è il piano di analisi che va tastato: delle due l'una, o si rispetta sempre la magistratura o la si contesta sempre. Che serietà è quella di chi un giorno la giubila e il giorno dopo la contesta solo perché cambia la prospettiva?

Non sarà che in Italia si sta facendo sempre più affollata la squadra di chi usa le sentenze per propri fini, come quelli che hanno portato finanche i neonati a contestare in Puglia il cantiere del Tap?

 

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