Ma sì, dai, sistemiamoli tutti


La Corte dei conti ha detto no, niente assunzioni se non si approvano i consuntivi. Ma lui ci prova lo stesso


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
21/03/2018 alle ore 10:40

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La Corte dei conti ha detto no, niente assunzioni se non si approvano i consuntivi. Ma lui ci prova lo stesso: leggi e regole sono fatte per essere aggirate, mica rispettate. E così la giunta regionale capitanata da Luciano D’Alfonso e in formazione ridottissima (presenti solo il presidente, Silvio Paolucci e Dino Pepe), il 2 marzo scorso, poco prima delle elezioni, ha pensato al futuro degli staffisti, come un buon padre di famiglia.

Solo che la famiglia in questo caso non è proprio specchiata, visto che all’appello mancano i consuntivi a partire dal 2013 e la Regione non è stata ancora in grado di approvarli: nonostante tutto, la delibera approvata da Dalfy & c. dà incarico alla direzione generale di trovare una strada per assicurare un futuro al personale politico e non solo, almeno per altri due anni. In particolare, la giunta dà mandato a Vincenzo Rivera “di effettuare le opportune verifiche per valutare la possibilità di rinnovo per ulteriori 24 mesi dei contratti a tempo determinato di cui al concorso del 28-3-2017, al fine di assicurare la continuità dei servizi fondamentali dell’amministrazione in coerenza con il quadro normativo statale in materia”.

Chiede anche la Regione che, se ciò fosse possibile, la proroga dovrà avvenire “alle stesse condizioni dei contratti originari”. Ma nella delibera si nasconde un’insidia (e una promessa) ancora più grossa, destinata ad alcuni fedelissimi dello staff: la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. In pratica Dalfy sta preparando il colpaccio, per far assumere a tempo indeterminato dalla Regione personale politico portato da lui senza concorso. E lo fa appellandosi a un decreto sul superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni che stabilisce, proprio al fine di ridurre il ricorso ai contratti a termine, e per valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, che gli enti pubblici possano “nel triennio 2018-2020, assumere a tempo indeterminato personale non dirigenziale che possegga tutti i seguenti requisiti: 1) risulti in servizio successivamente alla data di entrata in vigore della legge n.124 del 2015 con contratti a tempo determinato presso l’amministrazione che procede all’assunzione; 2) sia stato reclutato a tempo determinato, in relazione alle medesime attività svolte, con procedure concorsuali anche espletate presso amministrazioni pubbliche diverse da quella che procede all’assunzione; 3) abbia maturato al 31 dicembre 2017 alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione almeno tre anni di servizio anche non continuativi negli ultimi otto anni”.

In pratica basta che uno abbia fatto un concorso dieci anni prima in un qualsiasi altro ente, ed ecco pronta l’assunzione alla Regione. Una scorciatoia di cui potrebbe approfittare anche lo stesso Fabrizio Bernardini, capo di gabinetto di Dalfy, che è nel ruolo del ministero dell’Interno come segretario comunale. E come lui, tanti altri.


ps: La Regione ha un cuore grande. Peccato però che ci sia il divieto che rende illegittima la delibera.