Low cost è bello o no? Flix in Germania passa dai bus ai treni: ecco cosa significa


Il tema delle privatizzazioni e della concorrenza accuratamente evitato nell'ultima campagna elettorale. Ma riguarda il futuro di tutti...


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
07/03/2018 alle ore 18:05

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Non è un test o un sondaggio, ma l'Europa dovrebbe decidersi a dare una risposta. Low cost è bello o no? In che modo va gestito il fenomeno? Con quale paracadute, per evitare disservizi agli utenti e stipendi non adeguati ai lavoratori?

Intanto si parte da un dato: Flix in Germania fa un salto da canguro e passa dai bus ai treni. Ha avuto in gestione un treno sulla tratta Berlino-Stoccarda e da quando ha adottato un nuovo piano marketing integrato (era l'estate del 2017) ecco che Flixbus ha venduto più di 150.000 biglietti.

Il punto di domanda è: la concorrenza in un settore sino ad oggi peculiare come i trasporti su rotaia portererà un plus inteso come offerta migliorativa, più posti di lavoro e servizi il cui livello si alza costantemente? Intanto il panorama tedesco offre l'occasione per discuterne: e non è poco, visto e considerato che, ad esempio in Italia, il tema delle privatizzazioni e della concorrenza è stato accuratamente evitato nell'ultima campagna elettorale.

Dal 24 marzo, "FlixTrain" inizierà e farà il pendolare regolarmente tra Amburgo e Colonia. Da metà aprile la rotta Berlino-Stoccarda sarà aggiunta come seconda connessione. Inizialmente entrambe le linee saranno servite con un solo treno al giorno ma tra la capitale e Stoccarda una seconda coppia di treni opererà dall'estate in poi.

Una rivoluzione. Ma proprio perché la storia la fanno i rivoluzionari e non gli amanuensi, la questione merita grande attenzione.

In un momento caratterizzato da chi, da un lato promette iper statalismo come ombrello di chiusura aprioristica, e dall'altro da chi non ha ancora deciso se sia meglio il liberismo tout court o una forma pià stemperata di privatizzazioni, ecco che l'esempio tedesco può essere utile anche alla politica italiana per occuparsi della questione.

Non è sufficiente che i tassisti scendano in piazza e blocchino le città: prima dell'opposizione in strada occorre fare due conti e ragionare, numeri alla mano, sulle nuove forme di occupazione e di trasporto.

Serve il vecchio tavolo, attorno al quale far accomodare tutte le parti (meglio senza streaming) e farle dialogare ma avendo il possesso della materia. Che l'Italia viva una fase complessa circa le sue infrastrutture è un dato oggettivo: non sarebbe così se non fosse che per un paio di giorni di neve l'intera rete nazionale è stata bloccata, con scene drammatiche nella Capitale, dove la disorganizzazione è ormai prassi.

 Cosa può fare un nuovo vettore? Intanto, se regolamentato, ovvero senza addetti che vegano sottopagati come qualche pilota della Ryan ha raccontato ai giornali solo ora, può rompere una consuetudine: e non è poco in un paese dove ancora guidano i moloch dei super privilegi e dei mercati chiusi a doppia mandata.

 

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