Non è matematica. È L'Italia. Ed ecco perchè finirà che nessuno perderà


Una competizione elettorale resa complicata da una astrusa legge elettorale, perchè questo accade da sempre nella nostra avariata democrazia


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
03/03/2018 alle ore 11:55



Non è matematica. È l'Italia. Così potrebbe finire che vinceranno tutti. Quando mai si riusciranno a conoscere i risultati di una competizione elettorale resa complicata da una astrusa legge elettorale. Perchè questo accade da sempre nella nostra avariata democrazia. Nessuno che perda mai davvero. E, a seconda di sogni e bisogni, il risultato é conseguente.

Dunque, col centrodestra vincente avremmo non solo la flat tax, ma anche Antonio Tajani primo monarchico a capo di un governo della Repubblica che esiliò Sua Maestà.

Se invece a trionfare fossero mai i pentastellati, seppur con un Grillo a singhiozzo, ci sarebbe non solo il reddito di cittadinaza, ma anche la possibilità di vedere all'opera l'esecutivo prêt-à-porter di Luigi Di Maio sostenuto da quel Matteo Salvini che gli porterebbe in dote i voti del nord e delle ex regioni rosse.

Ma, occhio!, perchè se (come pare probabile) nulla di tutto ciò dovesse accadere, siccome inciucio non si può dire, sarà la volta dell'inguacchio: ovvero del "biscottone" preparato e servito da un Silvio Berlusconi comunque raggiante e da un Matteo Renzi comunque vivo, seppur esangue.

Dopodiché se, per purissima malasorte, dovessero difettare i numeri alla Camera (al Senato non dovrebbero) si potrà sempre allungare il brodo, tergiversare. Aggregare dispersi in nome della immarcescibile res-pon-sa-bi-li-tà (ricordate sempre questa parola!) che mai e poi mai può essere disattesa, come si incaricherebbe di spiegare subito, con faccia da circostanza, un redivivo ancorchè rieletto Pier Ferdinando Casini.

E, insomma, almeno per sei otto mesi potrebbe ordinariamente galleggiare pure Paolo Gentiloni, tanto così fan tutti, dai belgi agli spagnoli ai tedeschi, in questa macchietta di terz'ordine chiamata Unione europea.

Giusto il tempo per consentire al placido Sergio Mattarella di mormorare l'impraticabilità di governo e rinviare a nuovo voto nell'anno che verrà. Prospettiva che tanto ingolosirebbe l'immortale Cavaliere che per allora sarebbe del tutto libero di gareggiare in prima persona e che rivitalizzerebbe pure un Matteo Renzi già propenso, dicono, ad attivare una nuovissima Leopolda in stile Emmanuel Macron.

È vero che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Ma questa non è matematica. È l'Italia.

 

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