Uranio, la Amato va alla guerra


Risponde per le rime a Nicola Latorre, presidente della Commissione difesa del Senato sulle conclusioni della commissione d'inchiesta


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
10/02/2018 alle ore 16:47

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Risponde per le rime Maria Amato a Nicola Latorre, presidente della Commissione difesa del Senato sulle conclusioni della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, di cui la Amato è componente. Una polemica a testa bassa, che prende spunto da un’affermazione netta e lapidaria, “mai più militari morti e ammalati senza sapere perché”, arrivata a conclusione dei lavori in cui i membri della commissione hanno invitato le istituzioni a riconoscere che l’uso dell’uranio impoverito tra le forze armato possa essere all’origine dei tumori.

Affermazioni che hanno fatto scattare l’ira di Latorre:

”Le conclusioni approvate a maggioranza dalla Commissione di inchiesta sull’Uranio impoverito appaiono piu’ funzionali a esigenze politico-elettorali che al giusto bisogno di verità. In tutte le indagini svolte in questi anni non e’ mai emerso acquisto e uso di munizionamento contenente uranio impoverito. Nella diretta esperienza di questi anni ho potuto inoltre constatare che la tutela della salute dei nostri militari e’ una assoluta priorita’ di tutti gli stati maggiori. Appaiono quindi infondate le accuse contenute nelle conclusioni approvate solo da una parte della commissione d’inchiesta e inopportune e dannose le dichiarazioni che rischiano di appannare immotivatamente le forze armate italiane che sono al contrario motivo di orgoglio del nostro Paese”.

Passa neppure un giorno ed ecco la risposta della parlamentare Pd Maria Amato, primario radiologo all’ospedale di Vasto:

“Le Forze armate sono motivo di orgoglio per il nostro Paese, e tutti abbiamo a cuore la salute dei nostri militari. Oltre che nella Relazione finale della Commissione uranio, queste frasi sono state ripetute in tutte le dichiarazioni di voto, compreso quelle dei due commissari che hanno espresso voto contrario: credo che il Presidente della Commissione Difesa del Senato, non abbia letto il testo dalla Relazione con attenzione – ha detto la Amato – La lettura attenta del documento in cui sono riportate anche parti di significative audizioni, mette in luce qualcosa di totalmente diverso da ciò che afferma il senatore Nicola Latorre: l’ uranio impoverito non fa la parte del leone nella Relazione, trova spazio con polveri sottili, amianto, radiazioni ionizzanti, torio, radon tra le multifattorialità che sono connesse al rischio per la salute dei militari, aggiunto a quello connesso ai teatri bellici. Il cuore della relazione, piuttosto – aggiunge – sta nella parte propositiva, nella necessità di un percorso normativo per la sicurezza sul lavoro dei militari.

Eppure per quanto riguarda i rischi da esposizione alle radiazioni ionizzanti del personale delle forze armate, la relazione ha evidenziato una serie di dati: tra questi si sottolinea una nota del comandante generale della Guardia di Finanza del 2017  che indica la detenzione/di 576 proiettili Api realizzati con uranio impoverito. Tali proiettili sarebbero stati smaltiti in un’esercitazione presso il poligono militare di Torre Astura nel 1994. La commissione di inchiesta quindi è giunta ad accertare che “solo nell’ambito della Marina militare 1101 persone sono decedute o si sono ammalate per patologie absbesto-correlate”. La relazione riporta il parere espresso dal direttore del registro nazionale dei mesoteliomi  Alessandro Marinaccio per il quale il picco dei casi di mesotelioma è presumibile sia nel periodo tra il 2015 e 2020.

ps: E’ un fatto comunque che tutti i membri della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverirono non siano stati ricandidati. O meglio: non sono stati ricandidati il presidente Giampiero Scanu, Maria Chiara Carrozza e Maria Amato e tutti gli altri sono stati messi in posizioni di non eleggibilità. Più chiaro di così.

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