Camorra, il vicesindaco di Napoli: "La morte di mia madre non deve essere stata inutile"




Categoria: ABRUZZO
12/06/2017 alle ore 09:08



Aveva solo dieci anni, quando Alessandra Clemente vide la madre, Silvia Ruotolo, assassinata per errore dalla Camorra a Napoli. Oggi ha trent’anni ed è il vice sindaco della città.

Con i soldi ottenuti dal fondo per le vittime della mafia, il padre ha istituito una fondazione il cui obiettivo è quello di mostrare ai giovani affiliati una via d’uscita dal mondo del crimine. Clemente ha partecipato a questa iniziativa in modo attivo. È stata assessore alle politiche giovanili del comune partenopeo, ha studiato legge, ma la sua vocazione è quella dell’educazione. Ora che è trentenne sta per vedersi assegnata la responsabilità della sicurezza cittadina: “Per me è un modo per continuare a fare ciò che ho fatto prima. Solo con un megafono molto più forte”, commenta. “Lo Stato deve essere come una mamma, anche per il peggiore della classe” e deve combattere la cultura della Camorra attraverso asili, scuole, biblioteche, centri sportivi e attraverso l’assistenza sanitaria. Se così non fosse, il sacrificio di mia madre sarebbe stato inutile”.

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