Pescara dice no a D'Alessandro, Luciani pronto a dimettersi


Pd: "Il seggio pescarese spetta a uno dei parlamentari uscenti"



Il Pd di Pescara batte cassa: la candidatura spetta a noi. La segretaria provinciale riunita ieri in via Lungaterno ha messo i paletti: no agli estranei, il seggio pescarese spetta a uno dei parlamentari uscenti. Della serie: Camillo D’Alessandro può restarsene a casa sua. Il documento, votato all’unanimità, chiede con forza che

“venga data agli uscenti la possibilità di una candidatura doppia nei collegi uninominale e proporzionale; venga colta l’opportunità di rafforzare le nostre liste con esponenti politici di esperienza della nostra fertile comunità politica; i nostri maggiori riferimenti istituzionali siano coinvolti in prima linea in questo importante appuntamento per contribuire in maniera forte al risultato finale”.

Ma dice di più, il Pd pescarese:

“Affinché sia garantito il criterio di rappresentatività territoriale della nostra Provincia, rivendichiamo, per entrambi i collegi di Camera e Senato, che almeno un candidato, in posizione eleggibile, risieda nella Provincia di Pescara e che la stessa rappresentanza sia ripartita in maniera equa nelle liste uninominali e proporzionali. Qualsiasi forma di imposizione dall’alto può essere accettata solo a condizione che il candidato sia abruzzese e abbia lavorato bene per la nostra Regione”.

E questo suona come una concessione alla candidatura (dall’alto, in quanto pervenuta due giorni fa da Roma) del governatore della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso. Altre concessioni non ce ne saranno: il Pd vuole che l’unico seggio tra i tre sicuri, il proporzionale di Pescara (gli altri il Senato di Pescara e il proporzionale all’Aquila), venga assegnato a uno degli uscenti. Anche il tesoriere del partito, Daniele Scorrano, si è pronunciato contro la candidatura di D’Alessandro: “Una candidatura – ha detto – inopportuna, per via delle cose accadute anni fa dentro il gruppo consigliare e di cui era a perfetta conoscenza l’allora segretario regionale Silvio Paolucci. Se dovesse essere candidato, finiranno su tutti i giornali”.

Anche il sindaco di Francavilla ieri ha rotto gli argini e ha annunciato che è in procinto di dimettersi per correre alla presidenza della Regione Abruzzo:

“Purtroppo una legge scellerata – ha scritto Antonio Luciani su Facebook –  in vigore solo nella nostra Regione, non permette ai sindaci in carica di candidarsi per la competizione regionale. La mia disponibilità a candidarmi alla carica di futuro governatore non è certo segreta. Mi sento motivato, pronto, e sono convinto di poter dare molto al nostro territorio. La recente candidatura di D’Alfonso al Senato potrebbe accelerare gli eventi. Il problema che c’è una città da gestire”.

E allora? E’ indeciso, Luciani: non vuole rinunciare alla corsa elettorale ma è trattenuto dai problemi di Francavilla, o almeno così dice. Scioglierà la prognosi nei prossimi giorni. Ma è ormai tutto deciso.
ps: una domanda: ma si candida da solo o c’è un partito che glielo ha chiesto?

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