Lavoro, il bluff abruzzese della ripresa: vertenze e più contratti (ma solo precari)


I segreatri regionali Malandra (Cisl) e De Amicis (Ugl) analizzano i dati Istat



Dati positivi sul fronte del mercato del lavoro in Italia secondo le ultime stime dell’Istat, ma in Abruzzo spicca un trend inverso con i 500 liceziamenti alla Honeywell.

Il tasso di disoccupazione è sceso all'11% a novembre, lo 0,1% in meno rispetto al mese di ottobre. Si tratta del livello più basso dopo settembre 2012, e il numero degli occupati è cresciuto di 65 mila unità a 23.183.000, aggiornando il record dal 1977, data di partenza delle serie storiche dell'istituto di statistica.

Migliora anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), in calo al 32,7% di 1,3 punti rispetto a ottobre. Il tasso di occupazione in questa fascia di età è al 17,7% con un aumento di 0,5 punti rispetto a ottobre e di 1,4 punti rispetto a novembre 2016.

Sul fronte degli occupati, l'incremento di 65 mila unità si deve esclusivamente ai dipendenti (+68 mila) il cui aumento è marginalmente compensato da un calo degli indipendenti (-3 mila), cioè liberi professionisti, autonomi e imprenditori. Tra i dipendenti, come già da molti mesi, è prevalente l'incremento dei posti di lavoro a termine (+54 mila) rispetto a quelli stabili (+14 mila).

Positivo il netto calo degli inattivi (-61 mila), la quota di popolazione in età lavorativa che non cerca né trova un lavoro. La diminuzione interessa sia le donne sia gli uomini e si concentra tra gli over 50 e i 15-24enni, mentre si osserva un aumento nelle classi di età centrali tra 25 e 49 anni. Il tasso di inattività cala al 34,3% (-0,1 punti percentuali).

Dai dati per fascia di età si evince il miglioramento per quanto riguarda i giovani. La voce più rilevante della crescita degli occupati riguarda la fascia di età degli over 50 (+52 mila), per via soprattutto dell'innalzamento dell'età pensionabile che mantiene sempre di più al lavoro persone che già hanno un impiego. La seconda fascia che cresce di più è però quella dei giovani (27 mila), seguita da quella 25-34(+12 mila) mentre risulta in calo la fascia 35-49 (-27 mila).

Il miglioramento del dato giovanile risulta in generale confermato. Il tasso di disoccupazione giovanile nell'ultimo anno è sceso del 7,2% e il numero di disoccupati nella fascia di età più ampia 15-34 è diminuito da novembre 2016 del 14,6%.

Se il premier Paolo Gentiloni festeggia con il tweet: “A novembre il numero di occupati ha raggiunto il livello più alto da 40 anni. E scende anche la disoccupazione giovanile. Si può e si deve fare ancora meglio. Servono più che mai impegno e serietà, non certo una girandola di illusioni", i sindacalisti non si fanno troppe illusioni, anzi  invitano a leggere i dati Istat con maggiore criticità.

 

UGL

“Mentono sapendo di mentire”, riferisce a ImpaginatoQuotidiano Gianna De Amicis, segretario Ugl Abruzzo parlando degli esponenti del governo: “Sono gli unici a vedere una ripresa, ma io non mi entusiasmo affatto né come cittadina né come sindacalista”.

Il Segretario Ugl Abruzzo non si lascia ingannare e non usa mezzi termini per esprimere il suo disappunto sui titoli ad effetto dei giornali odierni: “in fase elettorale ci dicono solo quello che vogliamo sentirci dire - osserva -. In effetti il dato, se preso secco, corrisponde alla realtà, perché è aumentata la forma di precariato e quindi si fanno molti più contratti che sono da schiavismo puro. Per fare un esempio, cito il caso che mi è capitato recentemente tra le mani, di un’impresa che ha vinto l’appalto per le pulizie dell’aeroporto di Pescara. Ebbene, questa società ha assunto quattro persone per 2 ore di lavoro ciascuno. Se questa è ripresa occupazionale, allora siamo alla deriva”.

Del resto per De Amicis il miglioramento nel mercato del lavoro italiano dovrebbe essere valutato per ogni singola regione: “la situazione in Abruzzo non può essere paragonata a quella del Nord”.

Per la sindacalista alla guida di Ugl Abruzzo, inoltre, “i Ccnl oggi non hanno più alcun valore, roba da archivi storici. Lavori in nero e giovani che pur di guadagnare qualcosa accettano qualsiasi tipo di lavoro”

 

CISL

Il Segretario Generale della CISL AbruzzoMolise Leo Malandra invita gli italiani a leggere con molta attenzione i dati emersi dall’indagine: “Il tipo di occupazione trainante nel nostro Paese è instabile e molto flessibile, con contratti prevalentemente a tempo determinato”.

Malandra si sofferma soprattutto sulla situazione regionale e snoccila i dati: “In Abruzzo 48 contratti su 100 sono a tempo determinato, le collaborazioni sono 11 su 100, le somministrazioni 11 su 100. Solo 30 rapporti di lavoro nuovi sono a tempo indeterminato, tra i quali rientrano anche quelli di apprendistato”.

Il segretario della Cisl Abruzzo vede comunque uno spiraglio di luce per l’Abruzzo, nel fatto che il periodo di lavoro dei contratti a tempo determinato sono meno frammentati: “In Abruzzo – rivela Malandra- il tempo determinato è più lungo rispetto alla media nazionale, 7 contratti su 10 superano il mese, 4 vanno oltre i 6 mesi. La media italiana vede invece contratti ancora più corti”.

A giudizio del numero uno della Cisl regionale, quindi, “il segnale di ripresa obiettivamente c’è, perché in Abruzzo si è tornati a 512 mila occupati come negli anni precedenti il 2008, mentre negli ultimi anni si era arrivati in alcuni casi a 467 mila. È vero perciò che abbiamo 48 mila disoccupati in meno, ma sappiamo che tra tutti gli assunti compaiono anche lavoratori con contratti che hanno la durata di una settimana”.

In conclusione per Malandra si può parlare di recupero occupazionale ma il vero problema resta la stabilizzazione dei posti di lavoro.

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