Gran Sasso Acqua: quando il privato è bello (e meglio del pubblico)


E' una delle aziende partecipate che fa più gola in termini di governo d'impresa: porta con sé in dote il mega appalto da 80 milioni per lo Smart Tunnel


di Federica Rogato
Categoria: ABRUZZO
06/01/2018 alle ore 17:09

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Era il 1940: dodici comuni si riuniscono in consorzio per realizzare un acquedotto che andrà da Bisegna all'Aquila. "La Ferriera", questo il nome scelto, raccoglie un po' alla volta sempre maggiori adesioni, raddoppiate nel '55 rispetto alla fondazione, per divenire, sei anni dopo, l'azienda consorziale "Acquedotto La Ferriera" che gestirà fino a metà degli Anni '90 le reti idriche di 31 comuni dell'Aquilano.

Nel 1995 l'Acquedotto La Ferriera e il Consorzio Comprensoriale Dell'Aquilano Per La Gestione Delle Opere Acquedottistiche (Consorzio costituito dalla Regione Abruzzo nel 1992. Dal 1982 - data di chiusura della Cassa del Mezzogiorno - sino al 1992 le opere acquedottistiche erano state gestite dalla Regione Abruzzo) si fondono per dar vita al CoGeRi, il Consorzio per la Gestione delle Risorse Idriche. Sono oltre 36 i Comuni di cui gestirà le reti idriche interne ed esterne, nel corso della sua breve vita: infatti solo otto anni dopo la sua costituzione, viene trasformato in Società per azioni nel 2003 e assume la denominazione Gran Sasso Acqua. Società, per la cronaca, che perdurerà, fino al 31 dicembre 2052.

 

IERI: COME ERAVAMO

A comporre il primo consiglio di amministrazione sono nominati, per i primi tre esercizi, Maurizio Leopardi, Americo Di Benedetto, Fulvio Angelini, Giovannino Costantini e Michele Giuliani: presidente del CdA sarà Maurizio Leopardi e vice Americo Di Benedetto. Quest'ultimo ha ricoperto la carica di presidente per ben 11 anni, dal 2006 fino al luglio del 2017, momento in cui Di Benedetto ha dovuto rassegnare le dimissioni: presentatosi alle Amministrative come candidato sindaco il 25 giugno al turno di ballottaggio viene sconfitto dal candidato del centrodestra Pierluigi Biondi e per evitare incompatibilità, visto il suo ingresso in Consiglio Comunale, lascia la GSA.

 

OGGI: TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE

Il 18 luglio Fabrizio Ajraldi, avvocato, tra gli attivisti della lista "Benvenuto presente", uomo di fiducia dell'attuale sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, diventa il nuovo presidente dell'azienda che gestisce il ciclo dell'acqua nei comuni dell'Aquilano. Francesca Aloisi e Luca Ricciuti i componenti il Cda, anch'essi dell'area di Centrodestra; presidente del Collegio sindacale Ettore Perrotti, membri Carla Mastracci e Francesco Buccini, supplenti Roberto Pace e Marika Aceto. Direttore Amministrativo Raffaele Giannone e Direttore Tecnico Aurelio Melaragni.

 

SMART TUNNEL: DELIZIA...

La GSA, inutile nasconderlo, rimane una delle aziende partecipate che fa più gola in termini di governo d'impresa: porta con sé in dote il mega appalto da 80 milioni di euro per la realizzazione dello Smart Tunnel, la rete che serve a ottimizzare e migliorare la gestione dei sottoservizi della città. Quasi tredici chilometri di tunnel intelligente sotterraneo all'interno del quale passeranno i principali servizi della città: acqua (acque bianche ed acque nere), luce, comunicazioni.

I servizi sono posizionati in appositi vani del tunnel, percorribile a piedi dai tecnici; quindi, in caso di guasti e di interventi di manutenzione sulle reti, è semplice individuare il problema ed intervenire.

 

...E CROCE

Una competenza, quella di stazione appaltante della Gsa, che, comunque, ha scatenato numerose polemiche anche in campagna elettorale.

Quaranta milioni di euro stanziati per la realizzazione del primo lotto dei lavori, appalto vinto dalla società consortile Asse centrale Scarl, composta dalle ditte Acmar di Ravenna e dalle aquilane Edilfrair e Taddei. E poco più di un mese fa l'opera finisce (ancora) nel mirino della Procura della Repubblica di L'Aquila. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria si sono presentati nella sede della stazione appaltante, la Gran Sasso Acqua, appunto, e hanno acquisito una serie di documenti.

Le indagini delle Fiamme Gialle sono state coordinate dal sostituto procuratore Stefano Gallo, lo stesso che guida una prima inchiesta penale con l'accusa di turbativa d'asta con 4 imputati, ancora in corso. Tra le carte e i file acquisiti, il contratto firmato tra la stazione appaltante e le tre imprese che si sono consorziate in Asse Centrale, comprese integrazioni successive; materiale digitale sui primi 11 stati di avanzamento dei lavori; centinaia di file relativi al progetto esecutivo e ai vari pagamenti effettuati, una quindicina di file relativi alla transazione delle riserve, avvenuta in anticipo e a lavori ancora in corso: e proprio nella modalità di concessione di queste riserve (oltre 740mila euro) potrebbe risiedere il motivo dell'indagine.

 

LE PARTECIPATE

Gsa è partecipata al 46%, mentre al 100% Asm spa, Ama spa, Afm spa, Ctgs spa e Sed spa: strutturalmente fragili, di sovente presentano costi di gestione elevatissimi rispetto al fatturato e alla qualità del servizio offerto: razionalizzare i costi per le partecipate sembra un mantra necessario per le amministrazioni Comunali. Ma come fare?

In una città come l'Aquila, il cantiere più grande d'Europa, a cui è stata inferta nel 2009 una delle più grandi ferite della sua storia - che sarà difficile da far rimarginare - le lungaggini della burocrazia hanno trovato spesso terreno fertile nelle cattive gestioni e sperperi della Pubblica amministrazione.

La nuova Giunta da soli sei mesi al Governo della città dovrà dettare anche le linee guida un indirizzo politico sul futuro delle partecipate, sulle decisioni che intenderà assumere per una razionalizzazione più che mai necessaria. Una strada da prendere in considerazione sarebbe la privatizzazione in un momento come quello attuale in cui le casse comunali sentono il tintinnio delle monetine.

Creare una spinta concorrenziale: nel pubblico la concorrenza funziona poco e male. Le imprese meno efficienti dovrebbero essere risucchiate da quelle efficienti altrimenti il mercato non evolve e la concorrenza non funziona fino in fondo. C'è poi da considerare che un'impresa pubblica, grazie alla sua condizione, riesce a estrarre una rendita monopolistica: in questo caso tutti i consumatori, quindi i cittadini sono chiamati a pagare più del necessario per ottenere beni o servizi poiché non possono scegliere di affidarsi ad altri.

Completare la liberalizzazione dei mercati, delineare meglio il confine tra il pubblico e il privato, rimuovendo i conflitti di interesse potrebbe essere la soluzione per alleggerire le macchine burocratiche della pubblica amministrazione per offrire servizi migliori ai cittadini.

 

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