Non basta essere un'eccellenza riconosciuta: chiude i battenti la Intecs


L'Aquila, cosa succede ad uno dei laboratori di ricerca e sviluppo del polo elettronico top per tecnologie di comunicazione e informazione


di Federica Rogato
Categoria: ABRUZZO
04/01/2018 alle ore 16:48

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Hanno trovato i cancelli sbarrati. Le caselle di posta elettronica inattive. La Intecs dell'Aquila chiude i battenti e sessantacinque lavoratori di altissimo profilo vengono mandati a casa: la parola fine è stata scritta su uno dei laboratori di ricerca e sviluppo del polo elettronico aquilano, eccellenza assoluta in ambito delle tecnologie di comunicazione e di informazione.

Non sono serviti i cambi denominazione a nascondere la crisi dell'azienda; Italtel-Sit, Italtel-Siemens, Technolabs, fino a Intecs, nomi diversi sotto i quali si celavano, però, qualità professionale e eccellenza nel settore. Ma non è bastato. Ci sono sessantacinque ricercatori, oggi, in cerca di un futuro. Forse non all'Aquila, sebbene sia la città scelta come test di nuove tecnologie. Un paradosso inspiegabile.

 

L'INTERVENTO (TARDIVO) SU PIU' TAVOLI

Un'interrogazione parlamentare da parte di Gianni Melilla (MdP) presentata al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ha chiesto un intervento del Governo. Un intervento che si rivela tardivo, pur tuttavia l'incontro ci sarà: "Martedì sarà aperto un tavolo al Ministero per lo Sviluppo Economico per discutere del destino dei ricercatori della Intecs, l'ultimo insediamento produttivo del Polo Elettronico aquilano. - ha detto Melilla - Inoltre un altro tavolo aperto sarà quello di natura regionale che dovrebbe spingere la Thales e le aziende dell'indotto a risolvere questo problema nell'ambito dei finanziamenti che la Regione ha destinato alla Space Economy, finanziamenti che dovrebbero dare una risposta occupazionale a questa crisi che si è aperta.

 

EVITARE IL DEPAUPERAMENTO DEL POLO ELETTRONICO

"E' un evento spiacevolissimo: una scelta del genere, fatta per un'azienda di altissimo profilo - un'azienda all'avanguardia che esprime un certo tipo di elevata professionalità internazionale - è molto grave e preoccupante. Dobbiamo cercare di invertire questa scelta di un depauperamento di un polo come quello dell'Aquila che ha una grandissima tradizione in questo campo: abbiamo una Università di Ingegneria che ha visto brillanti giovani laurearsi e far carriera, varie aziende nel campo elettronico e i laboratori del GranSasso. Il tutto poteva costituire una rete di altissimo profilo, sotto il punto di vista della ricerca la quale non dobbiamo perdere in alcun modo: quindi il Governo e la Regione dovrebbero fare carte false pur di far rivedere questa scelta".

 

SERVIVA PIU' ATTENZIONE

"Parliamo di 65 lavoratori, sessantacinque famiglie che oggi si trovano senza un lavoro: è una vicenda annosa; ci sarebbe voluta certamente più attenzione da parte di tutti anche da parte del Governo centrale" - questo il commento di Giuliana Vespa, segretario UGL della sezione dell'Aquila.

"Perdiamo cervelli, perdiamo eccellenze di un settore importante e sempre in evoluzione: per arrivare a un epilogo così drammatico evidentemente non si è fatto abbastanza. Noi come territorio oggi non riusciamo a gestire neppure la perdita di un solo posto di lavoro perché non ce lo possiamo permettere: pensare che saranno oltre sessanta coloro che saranno licenziati spaventa. Diventa davvero preoccupante per il nostro territorio".

 

TANTE PAROLE, POCHI FATTI

"Si sono spese tante parole, ma a fatti si è fatto poco – prosegue Vespa -: bisognava trovare il modo di aiutare le imprese del nostro territorio, per far sì che un'economia ripartisse. Parlano del cantiere più grande d'Europa e poi vediamo aziende aquilane fallire ogni giorno. Siamo arrivati a un punto davvero drammatico per la disoccupazione, anzi, di non occupazione perché non ci sono posti di lavoro ed è questo il dramma reale.

 

IL SINDACO

Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, ha fissato per giovedì 11 gennaio un incontro con le rappresentanze dei lavoratori Intecs: "Avevo già incontrato i lavoratori in precedenza; mi avevano dato un dossier che ho consegnato al sottosegretario allo Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, in occasione del progetto 5G lo scorso novembre".

Ma nessuno sforzo è servito per evitare il triste epilogo: "Hanno trovato i cancelli chiusi: credo siamo arrivati davvero all'imbarbarimento dei rapporti di lavoro, il lavoro che in realtà dovrebbe essere un elemento di dignità e quindi di civiltà. Purtroppo non è un caso isolato: licenziamenti tramite sms, aziende svuotate dalla sera alla mattina siamo arrivati ormai al punto che questo spingersi sempre oltre rispetto a questa modernità ha portato una spersonificazione del rapporto tra l'investitore e il lavoratore. Invece di migliorare le condizioni di vita, dilaga il precariato diffuso, ma in ogni campo".

 

LA CRISI NON RISPARMIA L'ECCELLENZA

L' insediamento produttivo come quello dell'Aquila ha perso un'importante azienda e ha cancellato centinaia posti di lavoro: "Basta un clic e ti cancellano posti di lavoro. Io non ho fatto e non faccio promesse se non sono certo di poterle mantenere: tanto più in un ambito così difficile come quello del lavoro. Certamente bisogna cercare delle soluzioni, ma è complicato. La crisi ha avviluppato interi settori, ma qui siamo di fronte a persone che hanno un'altissima professionalità e "il lavoro di qualità è ancora richiesto" sembra solo uno spot mendace, perché mi sembra chiaro che nessuno sia esente. L'Intecs è un centro di ricerca ed è rimasto in vita proprio perché è un'eccellenza con ricercatori di altissima professionalità e qualità. Nell'incontro dei giovedì cercheremo insieme delle soluzioni".

 

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