Sulmona, Casini si dimette contro il progetto Snam: in quanti la seguiranno?


L'impianto è uno degli snodi del metanodotto della Rete Adriatica che trasporterà anche il gas del gasdotto Tap


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
28/12/2017 alle ore 10:49

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La domanda, ora, è in quanti seguiranno la decisione di Annamaria Casini di dimettersi contro la decisione del governo sul progetto Snam a Sulmona. Il sindaco infatti dice no alla centrale di compressione del gas che Palazzo Chigi ha deciso di far realizzare in quel territorio. E definisce le sue dimissioni un gesto estremo e necessario perché “non ci ascolta nessuno”.

 

MARCIA SU ROMA

Adesso ha annunciato di voler andare a Roma per consegnare direttamente nelle mani del premier Paolo Gentiloni (ieri impegnato con il ministro della salute Beatrice Lorenzin in un tour elettorale all'ospedale Bambino Gesù di Roma, tra le proteste di pazienti e familiari per i disagi logistici che la visita ha prodotto) la fascia tricolore. Nella Capitale non sarà sola, perché altri 22 sindaci dei comuni interessati all'opera stanno seriamente pensando di accompagnarla e poi di replicare il suo gesto.

 

CHI MARCIA

A Roma il 29 dicembre la accompagneranno i sindaci di Anversa, Acciano, Atleta, Bugnara, Campo di Giove, Cansano, Castel di Sangro, Castelvecchio, Castel di Ieri, Cocullo, Introdacqua, Gagliano, Goriano, Molina, Pettorano, Prezza, Roccacasale, Roccapia, Roccaraso, Scanno, Secinaro e Villalago. Tutti hanno firmato una petizione per dire no al progetto Snam.

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Uno smacco, per un esecutivo ormai agli sgoccioli che riflette un “profondo scollamento” con le realtà locali. “È evidente – ha osservato il sindaco Casini dalle colonne de ilfattoquotidiano.it – che ci sia la volontà di accelerare, di portare a termine il tutto. Mentre noi siamo soli: non abbiamo voce in capitolo, ma il territorio è nostro”.

 

QUI VALLE PELIGNA

Sono quasi dieci anni che la Val Peligna è interessata a questo progetto che è stato da sempre avversato da popolazione e amministratori locali.

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Tra l'altro la Regione Abruzzo, forse avvertendo l'odore di elezioni, ha annunciato un ricorso al Tar dopo la riunione a Palazzo Chigi dello scorso 22 dicembre che ha dato l'ok ai 678 chilometri della Rete di Snam che collegherà la Puglia a Minerbio (Bologna).

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QUI ALTOPIANO DI NAVELLI

Cresce il fronte del No al metanodotto Rete Adriatica. A far sentire la propria contrarietà anche i sindaci dell’Altopiano di Navelli, territorio interessato dal passaggio del metanodotto. “Un’opera il cui impatto ambientale e i pericoli in caso di rotture o di sisma, rischiano di ricadere solo sulle spalle dei residenti delle zone interne”, ha detto il sindaco di Navelli Paolo Federico, “il metanodotto, una volta realizzato, comporterebbe una servitù di 40 metri sulla quale non si potranno piantare alberi, realizzare case o altre costruzioni. In particolare, proprio a Navelli, il metanodotto, metterebbe una pietra tombale su qualsiasi ipotesi di sviluppo urbanistico, dato che il suo passaggio affiancherebbe il centro abitato. Il tutto senza contare il rischio sismico, i pericoli per le eventuali rotture e il danno all’ambiente. Inoltre, è necessario capire che la nostra Regione, ed in particolare i territori dell'aquilano, da tempo, hanno intrapreso un’altra strada per lo sviluppo legata al turismo, alle bellezze naturalistiche, alla cultura, ai beni monumentali e alle eccellenze agro alimentari".

E aggiunge: "Credo che questi aspetti poco si sposino, tra l’altro, con la realizzazione di una centrale di spinta a Sulmona necessaria a far andare il gas del metanodotto sino a Minerbio (Bo) ma in grado di rilasciare inquinanti un una zona come la Valle Peligna, dove come hanno dimostrato i recenti incendi, il ricambio di aria è più lento proprio a causa della particolare conformazione della Conca Peligna. Motivi per cui esprimiamo vicinanza agli oltre 20 colleghi della Valle Peligna, Alto Sangro e Valle Subequana che venerdì accompagneranno il sindaco di Sulmona Annamaria Casini a Roma per far sentire ancora una volta la voce del territorio”.

 

FEBBO E SOSPIRI CONTRO D'ALFONSO

"Il lasciapassare del Governo di centrosinistra al progetto del gasdotto della Snam nel territorio peligno, arrivato proprio alla vigilia di Natale, è un regalo non gradito dagli abruzzesi. Sul tema avevamo denunciato già dall'agosto 2015 il doppiogioco di questa amministrazione regionale capace di opporsi solo a parole, ma fare il contrario. Esempio lampante l'approvazione, su proposta del Presidente, di una delibera di giunta regionale, per la non costituzione in giudizio contro l'eccezione di incostituzionalità avanzata dal governo centrale all'articolo 1 della L.R. 13/2015 finalizzata a contrastare la realizzazione del metanodotto della Snam Sulmona – Foligno. Già in quella occasione avevamo detto che la maggioranza regionale di centrosinistra sarebbe stata zerbino delle scelte di Roma e tanto ne è stato. Abbiamo presntato una risoluzione urgente affinchè ci sia un concreto, serio e tangibile impegno a bloccare il Decreto Autorizzativo, ultimo tassello prima della nefasta realizzazione".

Questo il commento di Mauro Febbo, Presidente della Commissione di Vigilanza in Consiglio Regionale e di Lorenzo Sospiri, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale.

"Impossibile che gli esponenti della maggioranza in Regione Abruzzo non sapessero ciò che si apprestava a fare il Governo centrale. Tra un viaggio romano e l'altro, nella speranza di una candidatura in un collegio o in un altro, alla camera o al senato, gli esponenti della maggioranza in regione dovevano per forza sapere le strategie di un governo del loro stesso colore politico. Hanno preferito il silenzio. Un silenzio assenzio grave, imbarazzante e irresponsabile. Perché? Perché non è stato dato seguito al volere dei cittadini e dei sindaci del territorio? Perché non è stato dato seguito agli atti ostativi messi in piedi dal precedente governo di centrodestra? Perché gli "ambientalisti" in Consiglio Regionale, come sempre, predicano bene e razzolano male? Perché apparire a parole e smentirsi con i fatti?"

"E' il tempo dell' agire. Pertanto – concludono Febbo e Sospiri – abbiamo presentato una risoluzione urgente affinché la Regione si impegni a scongiurare la realizzazione di un progetto in contrasto con la vocazione e la sicurezza di un territorio a elevato rischio sismico e quindi ad attivarsi per un pronto ed incisivo ricorso al TAR. Nel contempo siamo ad esprimere piena solidarietà al Sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, pronta a rassegnare le proprie dimissioni. Ci auguriamo che questo esempio venga emulato da chi oggi rappresenta quel territorio nell'esecutivo regionale, ovvero da Andrea Gerosolimo. Solo con azioni forti ed incisive si può evitare questa iattura. Siamo chiamati a rappresentare il volere dei cittadini ed è evidente che gli abruzzesi siano contrari a questo progetto. E' necessario che i fitti viaggi romani degli esponenti del PD e della maggioranza vedano al centro della discussione questa tematica anziché una desiderata candidatura in vista delle prossime competizioni elettorali".

 

IL PROGETTO

Si tratta di un impianto che di fatto rappresenta uno degli snodi del metanodotto della Rete Adriatica, quella stessa interessata al gasdotto Tap, il gasdotto lungo 878 km che porterà ogni anno in Europa 10 miliardi di metri cubi di gas attraverso Turchia, Grecia, Albania e Italia.

I lavori in Albania e Grecia sono già stati avviati da tempo, mentre in Puglia si registra la feroce mobilitazione di amministratori locali e rete, anche se c'è chi come il giornalista del Corriere della Sera Carlo Vulpio tifa per il Tap e chiama in causa la giunta Vendola.

 

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