Bollicine sincere e felicità. Ecco gli auguri "avvinati"


Un vino onesto è un vino che mantiene quello che promette, che non millanta e non finge d'essere qualcosa che non è


di Samuela Palatini
Categoria: Avvinato
22/12/2017 alle ore 13:04



La sincerità quella che disarma, che stupisce e lascia attoniti, talvolta anche increduli, è una forza di una potenza assoluta, di cui siamo tutti dotati ma che non tutti sono in grado di sostenere. Sì, perchè spesso ad essere sinceri si perde, o meglio si rischia di ferire e quindi di veder venir meno quanti alla sincerità non sono avvezzi.

Essere franchi spesso vuol dire abituarsi ad una oggettiva visione che risulta brutale e apparentemente insensata, ma è con la realtà che dovremo affrontare e quindi solo l'onestà può garantirci di restare ben saldi ancorati a quello che realmente ci identifica e caratterizza.

La stessa cosa capita con i vini. Un vino onesto è a mio parere, un vino che mantiene quello che promette, che non millanta e non finge d'essere qualcosa che non è. È lui, si fa riconoscere e chiede il rispetto che merita.

Stavolta il colore è brillante di un giallo dorato, a scintillare sono le bollicine (ebbene sì parliamo di vino spumante), che sono davvero sottilissime e numerose. Al naso il primo profumo che colpisce è quello della mela cotogna, poi arriva il profumo della crosta di pane e lo speziato di zenzero. Sebbene in bocca l'anidride carbonica si avverta in maniera chiara, c'è un giusto equilibrio che, sposato con una buona sapidità e arrotondato da una morbidezza ben dosata, lo rende davvero piacevole. Qualche istante dopo aver mandato giù il sorso, il gusto trova piacere e freschezza .

È un vino che mi piacerebbe assaggiare con uno gnocchetto gamberetti e zucchine. La tendenza dolce delle zucchine e l'untuosità del condimento con i gamberetti, certamente troverebbero il giusto confronto con la bollicina e con la sapidità del vino, quindi sebbene lo abbia già fatto mentalmente, mi impegnerò nel verificare questo abbinamento.

Il vino è Trebbiano Extra Brut di Antica Tenuta Pietramore di Ancarano (TE). L'azienda, con sede nel teramano, ha terreni in altre due provincie (L'Aquila e Chieti), raccoglie e condensa in sé tutte le caratteristiche della nostra regione. La produzione è biologica e in questo caso si tratta anche di un vino vegano (che non usa chiarificanti o elementi di origine animale).

Le uve sono 100% Trebbiano e non ci sono aggiunte di solfiti. La spumantizzazione avviene con il metodo Martinotti, il vino resta a contatto con i lieviti oltre 50 gg ed trascorre 3 mesi in bottiglia per l'affinamento, regalandoci appunto, i profumi e le sensazioni descritte.

Credo che questo vino esprima al meglio il concetto di “sincerità” senza millantare appartenenze e caratteristiche che nel suo corredo genetico non sono presenti, che dia ampio merito all'attento lavoro di quanti, in Abruzzo, negli ultimi anni si cimentano nella delicata arte della spumantizzazione, senza false ambizioni ma con la coscienza di chi della diversità fa tesoro.

Per questo, credo che sia un dovere morale che può diventare piacere ludico, per le prossime festività, quello di bere “abruzzese” o almeno, di stappare una bottiglia che non conosciamo, di cui abbiamo letto o sentito parlare. Credo sia giusto farlo, come ringraziamento ad una terra che ha vissuto un anno certamente complesso, ma che nonostante tutto ci ha garantito una vendemmia formidabile, forse non per quantità, ma certamente per prodotto.

Il mio augurio per il prossimo Natale è questo: bevete bene. Siate “Avvinati” con moderazione, ma Felici senza.

 

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