Tutti i rischi (alla catalana) del voto nazionalista in Corsica




Categoria: ESTERI
13/12/2017 alle ore 15:25



Alle elezioni regionali di domenica scorsa, l'alleanza di partiti nazionalisti "Pe' a Corsica" di Gilles Simeoni e Jean-Guy Talamoni ha stravinto il secondo turno, imponendosi con il 56, 6 % dei voti.

I due rappresentanti hanno chiesto quanto prima un dialogo aperto con il presidente Macron, per fare il punto su alcune questioni fondamentali come il riconoscimento di pari dignità alla lingua corsa rispetto al francese, un'amnistia per i detenuti considerati prigionieri politici e il riconoscimento di uno status speciale per i residenti che impedisca agli stranieri abbienti di speculare sugli immobili dell'isola. I due "Puidgemont della Corsica" chiedono una maggiore autonomia al governo centrale, senza però minacciare l'eventualità di un referendum, come è accaduto in Catalogna.

L'indipendenza da Parigi in realtà non è attualmente contemplata, essendo l'isola una regione economicamente depressa e fortemente dipendente dai sussidi transalpini. Una posizione moderata che rifiuta le istanze più radicali, sulla quale pesa notevolmente anche la violenza della lotta armata assunta nel recente passato dal Fronte di Liberazione Nazionale Corso, culminata con l'assassinio del prefetto Claude Erignac.