Megalò 2, le ragioni di movimenti e associazioni: "Grave danno all'ambiente e morte della città"


Sit-in nei pressi del cantiere per dire 'no' al nuovo centro commerciale (che sarà costruito tra Chieti e Cepagatti)


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
11/12/2017 alle ore 19:43

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Movimenti civici e ambientalisti, associazioni di categoria ed esponenti politici contro il nuovo centro commerciale Megalò 2 che sarà costruito tra Chieti e Cepagatti in un’area di circa 8 ettari, con un investimento di 25 milioni di euro.

Attivisti, commercianti e semplici cittadini questa mattina si sono radunati per un sit-in nei terreni interessati dal cantiere, dove sono già arrivate le prime ruspe della Sile Costruzioni, la ditta di Bergamo incaricata della realizzazione dell’opera.

Al presidio hanno preso parte WWF, Legambiente, CNA, Confesercenti, Confcommercio, ANIAC, UPA, CLAAI, UNA CLAAI, Italia Nostra, Chieti Nuova 3 Febbraio, Ecoistituto Abruzzo, Mila Donnambiente, Le Majellane, Acqua e Beni Comuni Chieti.

 

IN PIAZZA

“Pretendiamo il rispetto delle leggi e del buon senso – si legge in una nota congiunta delle associazioni-: il nuovo centro commerciale cosiddetto Megalò2 non ha l’autorizzazione del Comitato di Valutazione Ambientale della Regione e non ha affatto superato, allo stato attuale, le criticità idrauliche preesistenti in assenza delle valutazioni post-opera delle autorità competenti. È impensabile che Regione, Provincia, Comuni, Magistratura e Forze dell’Ordine possano consentire questa ulteriore cementificazione, palesemente priva delle necessarie autorizzazioni, senza un deciso intervento di stop.

Le associazioni di categoria e gli ambientalisti annunciano di voler proseguire la loro battaglia in ogni sede in difesa degli interessi della collettività “ben consapevoli del danno ambientale ed economico che si sta minacciando per un territorio già duramente colpito”.

 

DI TIZIO

Il delegato del Wwf Abruzzo Luciano Di Tizio entra nel dettaglio e illustra i possibili rischi legati all’opera:

“Questo è un terreno permeabile che, in presenza di eventi meteorologici, assorbe acqua: nel momento in cui cementifichiamo questo terreno, l’acqua non sarà assorbita più e finirà o per scivolo direttamente, oppure con le pompe che funzionano ogni volta che c’è una piena, e verrà buttata nel fiume. Quindi – osserva Di Tizio- aumenterà la portata del fiume Pescara in maniera eccessiva e di conseguenza aumenterà il rischio a monte a valle. Abbiamo fatto una diffida alla ditta e ai Comuni di Chieti e Cepagatti, perché venga impedito l’avvio di questi lavori”.

 

CONFCOMMERCIO

Per la Confcommercio Chieti si tratta di “un colpo basso per il piccolo commercio locale già alle prese con una congiuntura negativa senza precedenti che porterà a numeri impietosi a fine anno tra cessazioni e nuove aperture di attività commerciali sul territorio- sostiene a la presidente provinciale Marisa Tiberio-. A dire il vero i lavori annunciati non si sono visti. O meglio è scattato l’allestimento del cantiere con la predisposizione di cartelli recanti informazioni lacunose e la presenza di appena un paio di operai”.

Per la Tiberio, quindi, rimangono dei nodi da sciogliere “abbiamo assistito ad una sorta di messa in scena di cattivo gusto con una ruspa ferma e cartelli in cui la ditta dichiara di dover lavorare con una manovalanza numericamente tutta da decifrare per un mega insediamento commerciale. Qualcosa non quadra.”

Secondo l’associazione di categoria Megalò 2 rappresenterebbe un danno ambientale e significherebbe la morte della città : “Il commercio è un tessuto vivo per cui bisogna creare le condizioni di esistenza normativa ed amministrativa, con il rispetto delle regole esistenti e con un riequilibrio immediato tra negozi di vicinato e grande distribuzione. Inoltre urge creare condizioni economiche capaci di supportare il commercio cittadino con politiche di sostegno e di incentivi- conclude la presidente-. Per ogni negozio chiuso si ferma la catena distributiva e si arreca un danno alla filiera, anche e soprattutto in termini di occupazione.”

 

CHI C'ERA

Tra i presenti anche i consiglieri regionali Mauro Febbo di Forza Italia e Sara Marcozzi del Movimento 5 Stelle, oltre all’ assessore alle Attività produttive del Comune di Chieti Carla Di Biase e a consiglieri comunali dei vari partiti.

“La città di Chieti non ha bisogno di un nuovo centro di grande distribuzione che metterebbe in ginocchio il commercio al dettaglio. Rimane inoltre il dubbio, per nulla fugato dalle incertezze della Regione, sulla possibilità tecnica di poter costruire in quell’area” – così Carla Di Biase, a margine della manifestazione di protesta contro l’avvio dei lavori di “Megalò 2-. «Auspicando un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati - evidenzia l’assessore - si impone un fermo di qualsiasi attività, in attesa di verificare le reali condizioni in cui la Sile si sta muovendo. L’Amministrazione comunale, in questo momento così difficile per il sistema produttivo, è al fianco dei commercianti che non possono essere lasciati soli di fronte all’insediamento di un nuovo mostro commerciale. Come ha avuto modo di evidenziare il sindaco, oggi l’intervento denominato Megalò 2, a distanza di 15 anni dall’approvazione del Prusst, ha perso tutta la sua attualità perché sono mutate le condizioni socio-economiche cittadine”.

Di Biase lancia un appello anche al governatore: “chiediamo che la stessa solerzia dedicata alle questioni pescaresi da parte del Presidente D’Alfonso venga applicata anche a quelle teatine, facendosi portatore degli interessi del nostro capoluogo nel tavolo tecnico – conclude l’assessore- che verrà convocato dal Comune di Cepagatti nei prossimi giorni, il cui ufficio tecnico ha richiesto il rinvio della documentazione necessaria per la ripresa dei lavori e la riattivazione del titolo riabilitativo”.

I lavori, nella prima settimana, riguarderanno la pulizia dell’intera area, che si trova dinanzi al centro commerciale Megalò, attivo già da oltre 15 anni. La fine dei lavori è prevista per l’11 settembre del 2019: il nuovo insediamento commerciale dovrebbe dare lavoro a circa 400 persone, una quarantina dei quali scelti tra gli ex lavoratori della cartiera Burgo di Chieti, chiusa nel 2008.

 

QUI REGIONE

La Regione ribadisce la necessità di verificare l’efficacia delle opere di messa in sicurezza a fini idraulici. Come evidenziato dal presidente Luciano D’Alfonso con nota del 6 dicembre scorso indirizzata al Genio Civile di Chieti-Pescara, al direttore generale della Regione e alla Protezione civile – riferisce l’assessore al Bilancio Silvio Paolucci- gli uffici regionali sono chiamati ad ‘attivare ogni utile iniziativa volta a interrompere ogni attività da parte della società Sile Costruzioni srl’. Dello stesso tenore è la nota del 7 dicembre scorso, firmata dal dirigente del Genio Civile di Chieti-Pescara, Vittorio Di Biase, nella quale si precisa che ‘allo stato attuale non è presente alcuna certificazione del superamento dell’emergenza idraulica richiamata dall’ordinanza RA/312705 del 12/12/2013’ e, ancora più esplicitamente, che ‘questo servizio del Genio civile di Pescara, da parte sua, si riserva di completare l’istruttoria anche mediante accertamenti sul posto, al fine di verificare le risultanze del Collaudo tecnico amministrativo rimesso dalla Sile Costruzioni con la nota del 28/11/2017’. Paolucci specifica, inoltre che alla Procura della Repubblica di Chieti sono state segnalate “alcune anomalie riscontrate nella documentazione presentata dall’azienda costruttrice e – promette- la Regione non permetterà che si evitino le procedure previste dall’ordinamento e soprattutto diciamo No alla decadenza ambientale, alla diffusione di situazioni di pericolo e alla rovina ulteriore del commercio della zona”.

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