Il ritorno dell'Utile idiota (con tre indizi fondamentali)


Fatto che ci rimanda dritti al periodo della guerra fredda, per chi se la ricorda


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
11/12/2017 alle ore 15:39

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Torna l'Utile idiota. E la storia si ripete. Perché, se è vero che tre indizi fanno una prova, il fatto adesso può dirsi acclarato. E la campagna elettorale può cominciare senza che nessuno si preoccupi dei problemi reali.

Primo indizio: la tambureggiante campagna di "Repubblica" contro il risorgere del fascismo, culminata nel maldestro tentativo di strumentalizzare un sondaggio commissionato dallo stesso giornale a Ilvo Diamanti che, nel titolo sparato in prima, avrebbe dovuto dimostrare ciò che nell'analisi delle pagine interne assolutamente non c'era. Campagna mediatica cui s'è immediatamente agganciata la democratica protesta del Pd di Matteo Renzi alla costante ricerca di pretesti e di ossigeno.

Secondo indizio: il puntuale, sincronizzato, protagonismo mediatico di gruppuscoli della destra radicale che, quasi a voler dare conferma e credito ad un allarme farlocco, portano in scena - con poche decine di idioti veri - la loro "guerra" mediatica al globalismo.

Fornendo quindi il combustibile necessario ad alimentare il fuoco delle rinascenti paure. Un modo di fare e di proporsi fin troppo stupido, che puzza di servizio reso e che fa tornare alla mente periodi, connivenze e metodi assai diversi e assai tragici. Fatti che, chi ha più di 40 anni non vorrebbe ovviamente mai più rivivere.

Terzo indizio: le dichiarazioni dell'ex vice presidente Joe Biden, che non richiesto, dal suo buen retiro nel paradiso fiscale democratico del Delaware (detto anche l'Eldorado delle società fantasma), ha tenuto a farci sapere - ma solo ora naturalmente non quando era in carica e col suo capo Obama spiava tutto e tutti - che ci sarebbe lo zampino di Vladimir Putin dietro ogni nefandezza italiana - fascismo compreso - e dietro ogni flop del Pd renziano.

E, così, eccoli qui i tre indizi che fanno la prova. Ed ecco anche giustificato il ritorno in campo dell'Utile idiota. Fatto che ci rimanda dritti al periodo della guerra fredda, per chi se la ricorda. O, ancora prima, alla contrapposizione politica della nascente Repubblica.

Coniata da Peppone Stalin, in Italia l'espressione "utile idiota" cambiò però subito indirizzo e fu adoperata con successo dai vari don Camillo per additare quei fessi che finivano, con le loro tesi, per fare il gioco dei comunisti. Altri tempi. Altri sogni, altre speranze, altri conflitti di un'Italia forse più povera seppur assai più vera. Ma purtroppo, come ben sappiamo, la storia si ripete.

Ed è così che torna in campo l'Utile idiota. Anche se, in assenza di interpreti di qualità, c'è il concreto rischio che la commedia elettorale che ci stiamo accingendo a vivere muti inevitabilmente in farsa. Giovanbattista Vico magari se la riderà. Stalin pure. Noi un po' meno.

 

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