Quello che ci siamo persi - Easy writer/Il racconto/Marco La Greca


Come quando sei in vacanza. All'inizio i giorni passano lentissimi. Poi cominciano ad accelerare



Categoria: Maperò
09/12/2017 alle ore 17:00

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Dopo avere tirato giù l’albero, il presepe e gli addobbi di Natale, sto per chiudere le ante del soppalco; prima di farlo, osservo lo spazio momentaneamente lasciato libero dalle scatole. Penso che poi si riempirà di nuovo.

“Chiudete gli occhi, fissate questo momento, poi, quando sarà Natale, pensate a quanto poco tempo c’è voluto”. Lo scorso Ferragosto, una nonna lanciava questo messaggio ai suoi nipoti.

Ora ci siamo. In effetti, quanto poco tempo c’è voluto? A me pare ce ne voglia sempre meno. Come quando sei in vacanza. All’inizio i giorni passano lentissimi. Poi cominciano ad accelerare e, quando la vacanza sta per finire, vorresti fermare tutto, rallentare, magari tornare indietro. Ma come si fa?

A proposito di tornare indietro. L’applicazione che utilizzo per ascoltare musica in streaming ha già cominciato a proporre due playlist relative all’anno passato; quella con le canzoni che ho ascoltato di più e quella con le canzoni che mi sono perso. Quelle che mi sono perso. E chi sa davvero cosa ci siamo persi?

Quell’applicazione è convinta di saperlo e me lo vuole dire. Preferisco pensare a quello che ho. E poi a quello cui ancora posso aspirare. In ogni caso, non voglio saperlo né da un’applicazione, né da una cartomante. Vorrei provare a ricordarlo e, semmai, a cercarlo.

Arriveranno pure le playlist dei libri. Quanti libri ho letto nella mia vita? Non lo so. Non abbastanza, potrei rispondere. Di sicuro, molti di meno di quelli che ho sfogliato, comprato, ricevuto. Molti di meno pure di quelli che ho iniziato a leggere e poi abbandonato. Quali libri mi sono perso? Magari quell’applicazione lo sa. A che serve? Guardare di lato, voglio dire, occuparti di ciò che hai perso. Meglio lasciarlo nel buio e guardare avanti, al limite indietro. Ciò che hai e ciò che hai avuto. Una cosa ho imparato dai libri: sono loro a scegliere te, a proporsi nel momento esatto in cui tu hai bisogno di quella storia. Il tuo compito è farti trovare pronto. Forse è così anche per il resto.

“Chiudete gli occhi, fissate questo momento, poi, quando sarà Natale, pensate a quanto poco tempo c’è voluto”. E’ vero nonna, verissimo. Per la verità, non solo da Natale a Ferragosto. Come quando sei in vacanza. All’inizio i giorni passano lentissimi. Poi cominciano ad accelerare.

Chiudo le ante del soppalco, dunque. Le chiudo sul buio di quello spazio temporaneamente vuoto e quasi me ne dispiaccio. Che sia buio e vuoto. Scendo dalla scala a pioli: l’albero, il presepe, i disegni con la neve spray sulle finestre. Ora è tutto illuminato.

Finirà il periodo di Natale. Arriverà la primavera e, di lì, poi, saremo di nuovo a Ferragosto. So che andrà così. Solo, vorrei chiedere a quella nonna, ai suoi nipoti e a voi tutti: non è che si può andare un po’ più piano?

 

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