L'Aquila, ricostruzione e inchieste: case marce nelle travi portanti


Il sostituto procuratore dell'Aquila Simonetta Ciccarelli e l'evacuazione di 24 famiglie (70 unità in tutto) nei tre Progetti Case di Coppito


di Fabio Capolla
Categoria: ABRUZZO
07/12/2017 alle ore 11:42

Tag correlati: #casemarce#impaginatoquotidiano#abruzzo#laquila#terremoto

“Ero in Irpinia quando c'è stato il terremoto. La casa inagibile e quattro anni vissuti in un container. Poi il mio lavoro, nell'esercito, mi ha portato all'Aquila, e ho rivissuto il dramma del terremoto. Ma questa volta la situazione è stata diversa. Dopo pochi mesi ho ricevuto un alloggio, nuovo, ben fatto, dove non ho avvertito le difficoltà di un inverno rigido, freddo, come era accaduto nei container”.

Vincenzo racconta la sua storia, di aquilano acquisito, di terremotato a vita. “Dopo tanti anni le case dove vivevo anche io hanno cominciato a presentare segni di degrado, poi sono caduti i balconi, ma in tanti anni non ho mai visto nessuno fare manutenzione. Il Comune ci ha tolto da quegli appartamenti, che potevano essere pericolosi, ma ci hanno subito consegnato altri appartamenti dei Progetti Case, che nel frattempo erano stati lasciati vuoti da persone che erano rientrate nelle proprie abitazioni”.

Dopo il terremoto sono stati centinaia gli appartamenti che tramite il Progetto Case, di accordo tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e la Protezione civile di Guido Bertolaso, hanno offerto un riparo dignitoso agli aquilani. Ma non tutte le case, realizzate da diverse ditte, si sono dimostrate ben fatte, solide, resistenti.

Tanto che il sostituto procuratore della Repubblica dell'Aquila, Simonetta Ciccarelli, ha aperto un'inchiesta tesa a chiarire come sono state realizzate le abitazioni in tre Progetti Case di Coppito.

Appartamenti dove si sono registrate infiltrazioni di acqua che nello scorso mese di giugno obbligarono l'allora sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ad emanare in via d’urgenza un’ordinanza di sgombero “degli alloggi antisismici ritenuti pericolosi per l’incolumità degli stessi sfollati a causa della presenza di marcescenza nei pilastri di sostegno gli stessi edifici: quelli di Coppito 2 (piastra 1 e 2) e Pagliare di Sassa (piastre 13 e 14)”.

In totale 24 famiglie, una settantina di persone, che in pochi giorni sono stati spalmati in altre abitazioni. Sempre palazzi realizzati con Il Progetto Case, sicuramente fatte meglio, o più resistenti delle altre, che erano diventati liberi dopo che molti aquilani hanno iniziato a far ritorno nelle proprie abitazioni ristrutturate.

L'inchiesta della Procura, però, procede in cerca di verità, alla scoperta di presunti colpevoli. Due i consulenti voluti dal sostituto Ciccarelli. A loro il compito di esaminare gli appartamenti, verificare le pecche di costruzione, la successiva manutenzione. Con i consulenti svolgono le indagini gli uomini dei carabinieri forestali, coordinati dal comandante provinciale, Antonio Rampini. Abbastanza facile scoprire la presenza di infiltrazioni d'acqua e la parte di legno che con il tempo è marcita, indebolendo la struttura.

Toccherà ai periti capire se le responsabilità di questo ammaloramento dell'edificio sono dovute a errori di realizzazione, alla qualità del materiale utilizzato o all'assenza della successiva manutenzione, senza escludere concause che hanno evidenziato difetti e carenze. A sollevare la questione, già negli scorsi anni, erano stati gli stessi abitanti degli alloggi che avevano chiesto al Comune e alla ditta che doveva provvedere alla manutenzione di eliminare le infiltrazioni d'acqua.

Difficile, in questo momento dell'indagine, identificare presunti colpevoli. Ecco allora che la dottoressa Ciccarelli sta riscostruendo a ritroso la storia di queste piastre antisismiche. Progettazione, costruzione, collaudi, manutenzione. Nulla è lasciato al caso. La volontà è quella di ricostruire un filone di inchiesta che avrebbe precisi nomi e cognomi di responsabili.

Ad allarmarsi era stato lo stesso sindaco Cialente che a un certo punto, poco prima di lasciare la poltrona di primo cittadino, ha preferito firmare l'ordinanza di evacuazione per motivi di pubblica incolumità. Era l'8 giugno di quest'anno e a Cialente erano stati proprio i cittadini di via Salvatore Piacentino e via Berardino Di Mario a minacciare denunce nei confronti dell'amministrazione comunale. Pochi giorni prima, il 31 maggio, i tecnici comunali avevano segnalato “l'inagibilità dell'edificio a causa dello stato di degrado della struttura riscontrata”.

Degrado degli elementi lignei verticali alla base di appoggio, oltre che della stessa trave marcapiano. La dirigente comunale ha quindi provveduto, con la presenza di vigili del fuoco e polizia municipale, all'immediata evacuazione, ancor prima dell'ordinanza del sindaco e della precedente ordinanza, la 144 del 1° giugno, con cui aveva dichiarato l'inagibilità degli edifici.

Cialente nell'ordinanza non cita il nome della scoietà che ha realizzato gli edifici in questione, ma specifica che ha chiesto sopralluoghi in tutte le altre abitazioni realizzate dalla stessa società: Coppito piastra 2; Cese di Preturo piastre 13 e 15; Sant'Antonio piastre 5, 6 e 7; Pagliare di Sassa piastre 11, 12, 13 e 14; Paganica piastra 23. Dalle indagini sono state evidenziate forti anomalie a Coppito e in due piastre di Pagliare di Sassa. La dirigente del settore Ricostruzione Pubblica, Enrica De Paulis, ha provveduto a trovare le sistemazioni alternative alle famiglie sgomberate.

L'inchiesta prosegue e l'amministrazione comunale è cambiata. Alla guida dell'assessorato competente c'è ora il forzista Guido Quintino Liris, che è anche vicesindaco. Un politico che già nel suo incarico precedente, di assessore provinciale, aveva concretamente seguito le fasi post sisma e della ricostruzione.

Non commento l'inchiesta della Procura in questa fase – ha detto l'assessore Liris – attendiamo gli sviluppi con la certezza che tanto è stato fatto per L'Aquila e gli aquilani dopo il terremoto, grazie al Governo Berlusconi e al lavoro della Protezione civile guidata da Guido Bertolaso. I miei concittadini hanno avuto un tetto sicuro dopo pochi mesi, cosa che non mi sembra sia accaduta, purtroppo, per le popolazioni di Marche e Umbria dopo i sismi più recenti. Se ci saranno responsabilità specifiche su quanto accaduto in alcuni appartamenti sarà il sistema giudiziario a seguire le proprie strade. Ciò non offuscherà, comunque, il lavoro complessivo, che ha permesso agli aquilani di mantenere viva la propria città, a non abbandonarla. L'amministrazione guidata dal sindaco Biondi ha come priorità l'attenzione verso tutti i cittadini a partire da coloro che ancora oggi sono alle prese con la ristrutturazione delle proprie abitazioni”.

 

twitter@ImpaginatoTw