Si, no, forse: che cosa pensano le donne abruzzesi della maternità surrogata


Appena il 6% degli italiani, a oggi, ricorrerebbe alla possibilità di avere figli tramite l'utero in affitto


di Fabio Capolla
Categoria: ABRUZZO
05/12/2017 alle ore 09:50

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Appena il 6% degli italiani, a oggi, ricorrerebbe alla maternità surrogata, alla possibilità di avere figli tramite l'utero in affitto. Modalità che nel febbraio di quest'anno ha permesso a due omosessuali, tramite una sentenza della Corte d’Appello di Trento, il riconoscimento di efficacia giuridica al provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri – nel quadro di un progetto di genitorialità in coppia omosessuale – ed il loro padre non genetico.

Il tribunale ha quindi riconosciuto per la prima volta il legame tra i figli e il padre non genetico. Un riconoscimento che diventa importante anche per le piccole azioni quotidiane, se si pensa che nella scuola dell'obbligo ora ci deve essere un genitore, legalmente riconosciuto, che va a riprendere il proprio figlio all'uscita delle lezioni.

In Abruzzo la questione legata alla maternità o paternità surrogata è ancora poco affrontata. Sono rari i casi che si sono avuti, con gestazioni effettuate all'estero perché vietate in Italia, sono pochi i momenti di discussione sociale e scientifica.

“Sono sia mamma che medico - dice Raffaella De Blasis, consigliere comunale Forza Italia L'Aquila - è posso dire che la maternità surrogata è sicuramente importante. Io sono assolutamente favorevole. E' importante per una donna la possibilità di avere un utero in affitto e di usufruire di un'altra persona che può portare a termine la gravidanza. Io vedo ragazze che non riescono ad avere figli, alcune anche al terzo aborto, non è una situazione piacevole. Molte coppie di fatto vanno in crisi proprio per il fatto di non poter avere figli, subentrano problematiche nella questione di coppia. Ritengo che sia una situazione fattibile al di là di quello che la mia parte politica possa dire. La mia veduta è molto più ampia, sono cardiologo, valuto pazienti nel pre operatorio e nel post operatorio, sono situazioni molto difficili. Una donna che dà in affitto l'utero è consapevole che darà vita a una nuova persona a fin di bene, anche se riceve soldi in cambio è una cosa da fare. In Abruzzo se ne parla pochissimo c'è molta ingerenza da parte della chiesa, che forse ritiene che non è una cosa bellissima. Si pensa a figli che non sono propri, ma un figlio non è tuo dal punto di partenza. Come una volta quando si davano le figli alle nutrici per farle allattare, donne che poi venivano ritenute le tate, le seconde mamme. Un ritorno a quel modo di pensare, oggi con l tecniche di inseminazione si riesce a fare anche questo, una scelta che mi trova favorevole. Il no a prescindere non va bene”.

Rimanendo nel centrodestra aquilano voce opposta da parte di Ersilia Lancia, consigliere comunale di Fratelli d'Italia. “Ritengo che la maternità surrogata sia un grande dono ma non un diritto – ha esordito Lancia – e sono contraria perché si tratta della mercificazione dell'utero e della maternità stessa. La vita è un Mistero. Si accoglie, la si può dare in molti modi ma non è un supermercato, per la sacralità della vita sono contraria alla maternità surrogata”.

Anche Ersilia Lancia sottolinea che il dibattito in Abruzzo è scarso. “Ne parliamo poco – ha aggiunto la consigliera di Fratelli d'Italia – perché da ambedue le parti , secondo me, c'è un approccio strumentale, ideologizzato. Il dibattito va fatto, deve essere maturo, non ho la presunzione di dire che la mia posizione sia assoluta, ma per una volta, vale per la maternità surrogata, per l'adozione delle coppie gay, proviamo ad abbassare gli occhi fino allo sguardo dei bambini. Mettiamoci dalla parte dei bambini, io credo questo. Non c'è più senso del limite, la vita adesso si può comprare, addirittura scegliendo il padre su un catalogo”.

Spesso non è facile esprimere pareri su un argomento che implica riflessioni personali ma anche analisi sociologiche di carattere generale, e la possibilità di confronto, di approfondimento, ma soprattutto di conoscenza diventa imprescindibile.

“Parlare fa sempre bene, bisogna sempre informarsi – ha sottolineato l'assessore regionale alle Politiche sociali, Marinella Sclocco – un tema delicato su cui c'è anche poca conoscenza, spesso in molti lo confondono con la fecondazione assistita, rispetto a quello che è la maternità. Parlarne non solo sul piano politico ma proprio come tema di carattere generale, anche sul piano sociale. Personalmente ho molti dubbi, sono quasi contraria, nel senso che secondo me sarebbe necessario avere anche una normativa di riferimento di carattere europeo. E' assurdo che in Italia non si possa fare, poi basta andare in Spagna. Personalmente rimango perplessa sul fatto di essere genitore tramite questa modalità. Ma prima di dire se sono d'accordo o no devo dire che c'è molta confusione e questo non aiuta, ci sono tante implicazioni psicologiche, il discorso è veramente complesso”.

Non si può e non si deve generalizzare, quindi, come si dovrebbe approfondire una conoscenza sotto l'aspetto più sociale che politico. Conferma che arriva anche dalle parole di Gemma Andreini, presidenti della commissione regionale per le Pari opportunità. “Sono favorevole a qualsiasi tipo di aiuto alla coppia ad avere dei figli, nell'ambito della coppia – ha detto - Ritengo che quando questo non sia possibile forzare ancora di più utilizzando una donna come fattrice sia moralmente e umanamente, soprattutto umanamente, poco accettabile, anzi non accettabile”.

Un discorso che investe la persona e non l'ideologia. Quindi soprattutto le donne affrontano la questione umanamente.

“Mi auguro che le donne abbiano imparato che dividersi con le bandiere – ha aggiunto – queste questioni, che interessano le pari opportunità, non serve. Trincerarsi dietro a quello che dice il partito non serve. Di maternità surrogata in Abruzzo non se ne sente parlare molto, Penso che sia, come altri argomenti non da imputare solamente a una sfera femminile ma a una sfera allargata. Riguarda un discorso che coinvolge la famiglia, famiglia composta da un uomo e una donna, e quindi avere preconcetto che sia soltanto la donna decidere su questi argomenti è riduttivo. La condivisione va rispettata, non credo che le donne debbano occuparsene più degli uomini. E' un problema sociale, etico che va affrontato insieme”.

Le donne abruzzesi in tema di maternità sembrano avere priorità diverse, più legate alla loro vita quotidiana, alle loro relazioni personali e sociali. In tutte, però, si evidenzia un profondo rispetto per la vita.

 

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