Verso le elezioni,Di Benedetto:scommettere su innovazione per portare a l’Aquila giganti come Google


Il candidato del Partito democratico ad Impaginato.it


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
08/06/2017 alle ore 08:36



“Servono idee innovative estremamente aggressive per la rinascita economica del nostro territorio, come l’insediamento di un data center”. E’ questa una delle proposte centrali del candidato a sindaco dell’Aquila per il partito democratico, Americo Di Benedetto. Che alla vigilia del voto che lo vede in corsa per la poltrona più ambita del capoluogo dice ad Impaginato.it: “dobbiamo avere l’ambizione di portare qui grandi aziende come Google e Fb”. Un’idea certamente ambiziosa.  

“Dal punto di vista infrastrutturale il data center, anche chiamato CED, è il cuore pulsante del business perché ospita tutte le apparecchiature che consentono di governare i processi, le comunicazioni e i servizi a supporto di qualsiasi attività aziendale” spiega Di Benedetto che è candidato del Pd candidato per il Partito Democratico e può contare sul sostegno di ben 9 liste. 

  

“Il CED rappresenta il cuore pulsante del business perché fornisce anche tutta la consulenza tecnico-scientifica alle diverse strutture per la digitalizzazione dei processi, l’elaborazione elettronica dei dati, la definizione delle reti di calcolo, la progettazione e implementazione dei sistemi informativi, includendo tutte le applicazioni di supporto ai sistemi esterni all'organizzazione. Insomma quello che serve alle grandi aziende del web. Che devono guardare all’Aquila perchè “siamo un territorio competitivo sulla ricerca e i processi innovativi. Abbiamo avuto l’azienda Italtel che ha fatto respirare un’aria diversa a molti nostri concittadini. Abbiamo il GSSI, fiore all’occhiello della ricerca, ma dobbiamo puntare su un processo ancora più innovativo guardando a grandi multinazionali.  Da non sottovalutare - afferma ancora Di Benedetto – la circostanza che L’Aquila, grazie alle sue condizioni climatico-ambientali, è uno dei territori più adatti per i data center che sono costituiti da apparecchiature di elaborazione dati che si surriscaldano e necessitano quindi di ambienti dalle basse temperature: è un’idea ambiziosa, ancora tutta da sviluppare ma a cui non dobbiamo rinunciare”