Legge elettorale, scricchiola l'intesa a quattro: nuovo voto on line per il M5s


Rosato: Pd è disponibile a spostare il voto in Aula a lunedì ma no a preferenze e voto disgiunto


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
07/06/2017 alle ore 17:56



Roma, 7 giu (Agenzia Nova) – Il Pd è disponibile a posticipare il voto finale alla Camera sulla legge elettorale a lunedì, dopo l'esito delle consultazioni on line del M5s, ma non intende assolutamente cedere sull'introduzione delle preferenze e del voto disgiunto. E' questa la posizione annunciata dal capogruppo Ettore Rosato che, dopo una giornata di fibrillazioni all'interno dei partiti che appoggiano il modello tedesco, avverte: compattezza o salta tutto. La prova dei malumori all'interno dei quattro partiti del patto sul Tedeschellum arriva con il primo voto segreto sulle tre pregiudiziali di costituzionalità. Pd, M5s, FI e Lega possono contare su 449 deputati. Il partito democratico ne ha 292, il M5s 88, FI 50 e la Lega 19. Ma le pregiudiziali di costituzionalità vengono bocciate con soli 310 voti. Il risultato è che, al netto dei deputati in missione e degli assenti giustificati, i franchi tiratori sono 66. Un segnale poco incoraggiante, dal momento che l'Aula dovrà esprimersi su circa 210 emendamenti e la strada della nuova legge si presenta perciò più tortuosa del previsto. Da qui, l'aut aut di Rosato: "O i quattro partiti che hanno sottoscritto l'intesa votano quello che abbiamo deciso o non c'è più alcuna intesa", è il suo ragionamento all'assemblea del Pd. "Vi ricordo cosa accadde quando furono 101...", ricorda poi ai deputati dem, ribadendo che il partito voterà contro gli emendamenti sulle preferenze e il voto disgiunto presentati dal M5s. I pentastellati, intanto, si preparano a dare battaglia in Aula, anche se Beppe Grillo prova a dare un colpo alla botte e uno al cerchio. "Come già fatto in commissione, anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità - scrive sul suo blog -. Non sappiamo se ce la faremo perchè non dipende solo da noi. Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati. Il testo di legge che uscirà dal voto degli emendamenti di questi giorni sarà ratificato dai nostri iscritti con una consultazione online che si terrà prima del voto finale del provvedimento, che dovrebbe essere previsto lunedì, nei giorni di sabato e domenica". Ma anche nel Pd la situazione non è affatto tranquilla. Ieri sera si è riunita l'area orlandiana, contraria al modello tedesco, e i senatori Tocci, Mucchetti e Chiti avrebbero addirittura minacciato l'uscita dal partito. Un problema in più per Matteo Renzi che, dopo aver perso il referendum a dicembre, questa volta si butta con le mani avanti: la legge elettorale in discussione alla Camera "non è la nostra legge ma noi serviamo le istituzioni. Adesso è sovrano il Parlamento. Se passerà, bene. Se qualcuno si tirerà indietro - conclude -, gli italiani avranno visto la serietà del Pd che ha risposto all'appello del Capo dello Stato".