Assenteisti, Piccone superstar: il parlamentare abruzzese straccia ogni record


Uno che in Parlamento lo vedono un mese no e l'altro neppure, e nonostante tutto continua a incassare un sacco di voti


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
17/11/2017 alle ore 11:38

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Il parlamentare abruzzese che straccia ogni record di assenteismo è Filippo Piccone, ex coordinatore regionale del Pdl, ex sindaco di Celano e ora nel partito di Angelino Alfano. Uno che in Parlamento lo vedono un mese no e l’altro neppure, e nonostante tutto continua a incassare un sacco di voti: alle Europee del 2014 però a casa 42.784 preferenze ma si fermò al secondo posto dietro a Lorenzo Cesa, ora dopo il flop di Alfano in Sicilia anche per il mister preferenze di Celano sarà più dura riconquistare uno scranno.

E’ al terzo posto assoluto: in pratica su 24.360 sedute parlamentari lui si è assentato 21119 volte, con una percentuale di presenze pari al 13,30 per cento. E anche il suo indice di produttività è bassissimo: 33,7 per cento, secondo la classifica stilata da Openpolis. Insomma, un invisibile.

In testa alla classifica degli assenteisti abruzzesi, ma a grande distanza dal number one, seguono a ruota Fabrizio Di Stefano (Fi) col 39,19 per cento di assenze (9.546 su 24.360 e il 60,81 per cento di presenze, ma Di Stefano è uno che batte molto il territorio), al terzo posto troviamo Yoram Gutgeld, il parlamentare paracadutato dal Pd in Abruzzo in occasione delle ultime elezioni (29,38 per cento di assenze, pari a 7.156 su 24.360), Paolo Tancredi (Ap) col 27,55 per cento di assenze compensato però da un indice di produttività di 573,1 (contro l’82,6 di Gutgeld). Assente spesso ma non troppo anche Tommaso Ginoble col suo 27,33 per cento e 6657 assenze.

Gli altri deputati abruzzesi se la cavano decisamente meglio: il più presente e ligio è Gianni Melilla (Articolo 1) con lo 0,68% di assenze e il 99,32 di presenze (avrà disertato l’aula parlamentare solo in occasione del recente intervento agli occhi: in realtà le assenze sono state 165 su 24360)) e un indice di produttività pari al 668,8 per cento, seguito a ruota da Maria Amato (Pd), con solo il 4,33 per cento di assenze, Vittoria D’Incecco (Pd, 8,49 % di assenze).

Anche Gianluca Fusilli, Pd, arrivato in Parlamento il 7 ottobre 2014 in sostituzione di Legnini, ha fatto filone 2946 volte su 18.520, pari al 15,91%, un po’ meno Toni Castricone, Pd, col 15,07 e 3.671 assenze. Un po’ peggio i Cinquestelle: Daniele Del Grosso si è assentato 4.408 volte pari al 18,10%, Andrea Colletti4.814 volte (19,76), Gianluca Vacca 5999 volte pari al 24,63%.

Pure Sottanelli non è molto assiduo: le sue assenze sono pari al 23,84 per cento che equivalgono a 5.808 assenze su 24.360 e l’indice di produttività è di 216,4.

Si comportano meglio in Senato, gli abruzzesi: qui l’indice di assenteismo si riduce drasticamente. Il più discolo è Gaetano Quagliariello (Fl) con 4.846 assenze su 18.132 sedute pari al 26,73 di assenze e un indice di produttività del 79,7 per cento. Seguito a ruota da Enza Blundo dei Cinquestelle, col 24,07 % di assenze e un indice di produttività del 239,2%; e da Gianluca Castaldi (M5s) con il 21,75% di assenze e un indice di produttività del 182 %.

Le più brave e presenti sono due donne: Paola Pelino, berlusconiana di ferro, col 4,68 per cento di assenze (è mancata solo in 849 sedute) e il 95,23 % di presenze e Stefania Pezzopane, Pd, presente il 91,98% delle volte, con una percentuale di assenze pari al 5,58%.

Nè bene né malissimo Antonio Razzi (Fi), con il 10,27% di assenze e un indice di produttività del 306,8%, la stessa sottosegretaria Federica Chiavaroli (assente l’11,81 per cento delle volte).

ps 1: I regolamenti non prevedono la registrazione del motivo dell’assenza. C’è chi diserta per motivi di salute, per esempio, ma per gli abruzzesi possiamo escluderlo. Insomma, la maggior parte delle volte sono assenze ingiustificate.

ps 2: Gli stipendi, sostanziosissimi, sono anch’essi ingiustificati. Soprattutto perché non sono legati nè alla produttività nè al lavoro effettivamente svolto alla Camera o al Senato. Ma questo lo sappiamo tutti.

 

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