Che succede se le leggi regionali abruzzesi sono senza copertura finanziaria?


Parla Andrea Ziruolo, ordinario di Economia delle aziende e amministrazioni pubbliche all'Università G. D'Annunzio Chieti-Pescara



La sezione regionale della Corte dei Conti ancora una volta bacchetta la Regione Abruzzo. Su 44 leggi approvate dal Consiglio regionale, la metà presenta problemi di copertura finanziaria.

“Anche nel 2016 – si legge nella prefazione dei giudici contabili - si registrano carenze sul piano informativo e contenutistico delle relazioni tecniche, in ordine all’indicazione di dati, elementi e criteri adottati per la quantificazione degli oneri, necessari alla valutazione della relativa attendibilità e della consequenziale appostazione delle coperture”.

Cosa significa in pratica? Quali sono gli effetti della relazione della Corte dei Conti? E soprattutto, quali errori o inadempienze commette la Regione Abruzzo?

Per salvaguardare e garantire gli equilibri di bilancio ed evitare che la Regione assuma obbligazioni senza poterle pagare, è necessario che le scelte politiche assunte siano accompagnate dalle necessarie risorse finanziarie per onorarle. Su questa attività la Corte dei conti ha il compito di vigilare sulla corretta gestione delle risorse da parte degli enti e per eseguirlo deve analizzare tutti i documenti contabili che le vengono forniti.

 

ZIRUOLO

Andrea Ziruolo, professore ordinario di Economia delle aziende e amministrazioni pubbliche all’Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara, illustra a ImpaginatoQuotidiano le principali criticità sollevate nella relazione dall’organo territoriale di giurisdizionale contabile.

“Sono due gli aspetti evidenziati dai giudici contabili – osserva Ziruolo -. Il primo riguarda l’assenza dell’approvazione dei rendiconti relativi ai precedenti esercizi (2013, 2014, 2015) che, se da un lato comporta l’impossibilità a contrarre indebitamento per finanziare investimenti, dall’altro determina incertezza sulla capacità di spesa della Regione. Per di più, essendo invece certo che la nostra Regione è in disavanzo finanziario occorrerà darvi copertura a discapito di nuovi interventi per la collettività. La seconda criticità consiste nella scarsa qualità e coerenza della programmazione e della sua debolezza nei contenuti progettuali”.

Al riguardo sottolinea la Corte nell’atto in esame che “Per esigenza di trasparenza e di certezza bisognerebbe indicare, nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento legislativo, i capitoli di bilancio su cui vanno ad incidere le riduzioni di spesa da cui scaturiscono i margini finanziari per i nuovi interventi”.

 

LE BACCHETTATE DEI GIUDICI

I giudici di controllo contabile, per di più , evidenziano che nelle 25 leggi a carattere oneroso “vi sono incoerenze rispetto al quadro normativo, soprattutto in presenza di emendamenti. In 9 casi i progetti di legge non sono stati accompagnati dalla relazione tecnica da parte del soggetto proponente. In presenza di emendamenti si registrano 13 casi di assenza della relazione tecnica sulle proposte di modifica del progetto e per 12 di questi non si è proceduto nemmeno a richiedere la scheda tecnico finanziaria”.

La Corte, infine, sollecita la Regione ad intervenire anche sulle leggi per le quali non è prevista spesa diretta, infatti, in questi casi “non basta il semplice richiamo della clausola di neutralità finanziaria, occorre invece che siano giustificate attraverso un’analisi dell’impatto che produce l’introduzione delle disposizioni normative”.

 

LE MANCANZE DEL CONSIGLIO REGIONALE

Ziruolo osserva come, a parere dei giudici, sembrerebbe che il Consiglio della Regione Abruzzo non abbia rispettato il principio di copertura finanziaria in molte fattispecie normative: “Il disavanzo accumulato negli anni dalla Regione deriva da un tenore di vita eccessivo rispetto alle proprie possibilità di bilancio, mentre la sua non determinazione è conseguente alla mancata approvazione dei precedenti rendiconti. Sebbene al momento non quantificato, ripianarlo sarà compito dei futuri bilanci senza però ricorrere a nuove entrate prive di una corretta previsione, in caso contrario il bilancio che si andrebbe a redigere sarebbe non veritiero e in violazione del principio della prudenza”.

Ma quali sono le conseguenze della bacchettata della Corte dei Conti per l’Abruzzo?

 

SCENARI

Il professore spiega che “il compito dei giudici pur limitandosi al controllo, ha la funzione di guidare l’ente verso la sana gestione finanziaria attraverso una corretta programmazione tecnica; pertanto non le si può imputare un ruolo politico. Sarà l’amministrazione a dover intervenire nei modi che potrà e che riterrà coerenti con il proprio mandato”.

La Regione in pratica potrà preoccuparsi di rispettare o meno le indicazioni della Corte. Ripianare il disavanzo dilatando i tempi potrebbe essere utile per permettere alla Regione di continuare a garantire i servizi essenziali ai cittadini o quelli che ritiene comunque necessari, ciò che però è evidente è che l’Abruzzo è in grossa difficoltà finanziaria. Non ha soldi a sufficienza per ripianare una situazione che eredita probabilmente solo dal passato (mancano i rendiconti di tre precedenti bilanci) e il compito dei contabili risulterà sempre più difficile in assenza di informazioni sul disavanzo.

Ziruolo è certo, però, che si assisterà ad un miglioramento nel 2020, “quando il sistema di competenza dei bilanci pubblici sarà più simile a quello delle imprese private con il passaggio ai principi EPSAS e la Regione Abruzzo – conclude- sarà costretta a programmare con maggiore rigore. Nel frattempo si coglie con favore la concessione firmata dal Ministro Pier Carlo Padoan, di spalmare il disavanzo pubblico regionale in 20 anni e non in 10”.

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