Vi racconto quella meravigliosa risorsa per i nipoti (grandi e piccoli)


Il ruolo dei nonni chiude la "trilogia" sulle figure cardine del rapporto genitori-figli


di Teresa Lesti
Categoria: RiMediamo
13/11/2017 alle ore 12:12



Mamma che mi riprendi il bambino oggi, non faccio in tempo ho una riunione straordinaria e se riesci fallo anche mangiare da te e fallo addormentare, poi lo passo a riprendere quando si sveglia!”

“Papà, porteresti i nipotini al parco sabato per favore e magari, dici a mamma se li tenete anche per cena, così dopo mesi finalmente, io e mio marito riusciamo ad avere una mezza giornata per noi?”

Potremmo continuare all’infinito parlando dell’aiuto concreto quotidiano morale e a volte anche economico che le famiglie di origine danno (quando sono presenti e vogliono esserlo), ma l’aspetto su cui voglio soffermarmi è un altro: la ricchezza che rappresentano per i loro nipotini e il diritto di questi ultimi, sancito anche dalla legge sull’affido condiviso del 2006, alla loro presenza.

Per il minore infatti è un diritto quello di continuare a frequentare, nonostante la separazione, entrambe le famiglie di origine dei genitori, se possibile e in modo funzionale alla conservazione di quei legami ritenuti indispensabili per una sua crescita armonica.

Questo significa che la relazione tra nonni e nipote deve poter sopravvivere alla separazione, garantendo al minore di continuare a coltivare il rapporto con i propri nonni con cui spesso è cresciuto e ha vissuto in modo pieno e formativo.

Sia a me che a diverse mie colleghe è capitato di fare delle mediazioni familiari tra un papà o una mamma e la famiglia di origine dell’altro genitore, per organizzarsi rispetto alla frequentazione tra nonni e nipote.

Un'esperienza molto bella, ricca di significati e di valori, perché in questo tipo di mediazioni, nella stanza ci sono tre generazioni a confronto, due direttamente con i propri vissuti e le proprie richieste rispetto al minore: mamme, papà, nonna e nonno e poi proprio lui, il minore che, pur non essendo presente vive nelle parole, nei racconti e nei desideri di cura dei suoi genitori e dei suoi nonni, insieme.

A mio parere, l’aspetto più affascinante e sempre nuovo, perché diverse sono le storie e le persone, ogni volta, del lavoro del mediatore familiare è constatare quanto l’amore e la cura per il minore, al centro di un nuovo progetto familiare, non siano mai troppe e che non ci sia una graduatoria o una esclusiva che le possa mai consumare.

L’amore, la cura, la preoccupazione, il desiderio di tutela, sono sentimenti infiniti ed irrinunciabile ed inviolabile è il diritto del minore a riceverne, dai genitori, dai nonni e da chiunque abbia ruolo, significato e valore per lui e sia capace di donargliene in modo adeguato.

Spesso la paura che in questa cura ci sia una graduatoria è solo degli adulti, perché noi abbiamo tanti “vuoti” e tante resistenze da indagare, ma non loro: i bambini amano in modo autentico e chiedono lo stesso, con rispetto dei loro bisogni modi e tempi e siamo noi, che qualunque ruolo o responsabilità abbiamo nei loro confronti dobbiamo comprenderlo.

Non è una corsa a chi arriva prima, ma una gara forse a come fare tutti insieme a riempirli di cura e di amore.

Non litighiamo tra di noi per loro, perché loro non ne capiscono il senso in quanto ci vogliono tutti presenti e in un contesto di serenità e disponibilità autentiche.

 

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