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Moccia affronta il tema davvero attuale dell'isteria conseguente all'impossibilita di usare lo smartphone


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
12/11/2017 alle ore 10:06



#NonceCampo (Regia: Federico Moccia. Con: Vanessa Incontrada, Claudia Potenza, Corrado Fortuna, Gian Marco Tognazzi, Neva Leoni, Leonardo Pazzagli, Beatrice Arnera, Mirko Trovato, Caterina Biasiol, Serena Iansiti, Eleonora Gaggero, Valeria Fabrizi. Genere: Commedia, Sentimentale)

 

Dopo avere portato i teen tre metri sopra il cielo, avere snocciolato le declinazioni di “love” secondo i millennials, con le varie scuse annesse (“ma ti voglio sposare”, “se ti chiamo amore”), avere inaugurato la moda (pericolosa per la stabilità dei ponti) dei lucchetti come simbolo di legami indissolubili, Moccia affronta il tema davvero attuale dell’isteria conseguente all’impossibilita di usare lo smartphone.

Ovvero quell’oggetto ormai diventato una sorta di prolunga non solo della mano ma anche del cervello di (quasi) tutti noi. Non parliamo dei ragazzi, i nativi digitali, quelli che spesso non si capacitano del perché un libro di carta non si possa sfogliare come il tablet e non ci siano link per andare subito su Wikipedia. Insomma: l’idea è buona e molto pop.

Tutto si può dire all’autore e regista tranne che non riesca a cogliere il sentiment del momento, quello che consente di riempire le sale e di (incredibile!) vendere libri come noccioline. La trama è semplicissima: una scolaresca romana all’ultimo anno di liceo parte per la gita conclusiva del ciclo scolastico, pensata ed organizzata dalle prof. (Incontrada e Potenza). In un paesetto sperduto della Puglia, Scorrano (realmente esistente, in provincia di Lecce). Famoso (addirittura!) per le luminarie. Attrattivo (ad insindacabile giudizio delle insegnanti) perché tra le sue mura si è stabilito un artista alternativo che crea opere utilizzando materiali di scarto.

Lo scopo del viaggio sarebbe quindi quello di scatenare la creatività dei giovani smartphone dipendenti. Staccandoli dagli schermi, facendo loro alzare la testa (perennemente china sul telefono) per guardare il mondo, parlarsi, pensare. Scorrano è per questo un luogo ideale: infatti, tranne che sul tetto di una vecchia casa, non c’è campo da nessuna parte.

Niente male come spunto. Peccato però che la commedia (che vede tra gli interpreti anche Gian Marco Tognazzi nei panni del marito fedifrago e la cantante Elodie nel ruolo di sé stessa) non prenda mai il volo come avrebbe potuto fare. Gli ingredienti c’erano per lavorare su un tema che vale di sicuro la pena di approfondire: quanta vita vera ci rubano i telefonini?

Uscita dal cinema ho pensato però che il linguaggio è rimasto troppo elementare per fare diventare questa riflessione qualcosa di più di un pensiero solo accennato. Le situazioni poi (a partire da quella del tradimento) sono trattate con un conformismo che non ho apprezzato e che mi ha anche un po’ meravigliato: siamo ancora al punto che il matrimonio vince su tutto, nonostante le corna e le relazioni parallele, perché poi alla fine l’uomo ha una fifa pazzesca di sparigliare e la donna fa finta di non capire?

E poi: certe scintille di ribellione e di ardente desiderio di cambiamento sono subito spente in un calderone buonistico dove alla fine tutto resta identico. A parte qualche sprazzo di comunicazione vera data dall’assenza del 3G e dei Wi-Fi. Anche l’outing di uno dei ragazzi sulle sue preferenze sessuali è eccessivo e irreale: quasi grottesco.

Ad esaltare una diversità che nel 2017 dovrebbe essere del tutto inesistente, soprattutto nelle menti dei giovanissimi. Insomma, forse sarebbe l’ora di crescere un po’ per il fortunatissimo autore dei lucchetti dell’amore, il pubblico cresce ed anche i teen di oggi sono più esigenti di quelli del secolo scorso.

 

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