Cosa si può fare per migliorare la sanità ospedaliera: la ricetta della Cisl di Pescara


Il segretario Vincenzo Mennucci indica quattro proposte a sostegno di degenti, lavoratori e utenti


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
24/10/2017 alle ore 17:36

Tag correlati: #abruzzo#impaginatoquotidiano#ospedali#pescara

La regione Abruzzo dichiara un numero di pazienti medio per infermieri dipendenti del SSN pari ad 11, ma secondo recenti studi internazionali la riduzione da 10 a 6 pazienti medi per infermiere abbatterebbe il rischio di mortalità del 20%.

E'un altro dei (validi) motivi per cui serve una sterzata sulla sanità ospedaliera pubblica. Ne è convinto Vincenzo Mennucci, Segretario della Cisl Fp Pescara che indica anche un ventaglio di proposte migliorative.

Punto di partenza lo status quo: infermieri costretti a turni da dodici ore consecutive, normativa sull'orario di lavoro trasgredita. Non solo disagi nei reparti noti come Geriatria e Medicina, ma anche spie in altri settori, come Neurochirurgia, Stroke Unit, Ematologia che presentano tassi di occupazione superiori al 110%, ma con dotazioni organiche tarate per un tasso di occupazione dell'80%.

Il risultato secondo il sindacato è una grave carenza organica, sia di Infermieri che di OSS, ed un ricorso ad utilizzo inappropriato dello stesso con richieste di effettuazione di turni di lavoro al limite, ed a volta anche, al di fuori della legalità.

Le possibili soluzioni secondo Mennucci sono in quattro azioni: aumentare le dotazioni organiche, ed in maggior numero le dotazioni di OSS, (possibilmente senza ricorrere all'utilizzo delle agenzie di lavoro interinale o cooperative che non garantiscono un adeguato controllo sulla regolarità dei professionisti, si vedano gli ultimi casi di false infermiere) anche al fine di evitare episodi di "demansionamento" professionale che vedono coinvolti gli Infermieri; potenziare l'assistenza territoriale; aprire gli ambulatori infermieristici; e creare gli ospedali di comunità.

In questo modo, sostiene, si potrebbe evitare il massiccio afflusso di utenti al pronto soccorso; significherebbe controllare preventivamente la popolazione e se necessario accompagnarla nel percorso più efficace e rapido di cura e dove il cittadino chiede di essere assistito ossia a casa sua, con una riduzione del numero di ricoveri e di conseguenza un minor ma più specifico carico assistenziale per le UU.OO.

 

twitter@ImpaginatoTw