Fu così che, senza saperne nulla di scacchi, Renzi tentò la mossa del cavallo


Madonna Boschi: lei scrive, lui corregge, Gentiloni avalla. E scoppia il solito caos istituzionale italiano



Povero Matteo. Fu così che, senza saperne nulla di scacchi, Renzi tentò la mossa del cavallo. Per disperazione. Per quel guaio e quel ginepraio di Banche in cui s'impelagò anche per colpa di quella sua madonna. Che detta così sembrerebbe pure una bestemmia. E che però non lo è.

Perché la madonna in questione è la Maria Elena che di cognome fa Boschi e che il segretario piddino ha voluto a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dopo il disastro del 4 dicembre che lo costrinse a sloggiare dal Palazzo.

E' lei che l'ha inguaiato il Matteo da Rignano, sentimentalmente invischiata com'è nel disastro dei fallimenti bancari. A cominciare proprio da quell'Etruria così vicina al suo cuore di figlia e di sorella. Proteste e denunce. Migliaia di cittadini risparmiatori disperati e depredati: roba da perderci di sicuro le elezioni con grillini e centrodestra che quel tamburo eccome se lo battono.

E perciò la disperazione e la mossa: la mozione parlamentare contro la permanenza di Ignazio Visco alla guida di Bankitalia. Lei scrive, lui corregge, Gentiloni avalla: scoppia il solito caos istituzionale italiano. Una delle poche cose in cui siamo bravissimi. Del resto, non avendo letto neppure il Camilleri, più che a quella del cavallo la mossa di Renzi somigliò subito a quella di un asino.

Istituzionale, forse, ma asino. Buona solo per ottenere l'effetto opposto a quello voluto. Ignazio Visco già non lo difendeva nessuno: lui e Banca d'Italia dei crack (sette) e dei tentativi tartufeschi dei vertici di tanti istituti di credito non s'erano accorti se non a posteriori.

Come neppure del disastro Monte Paschi costato decine di miliardi a tutti gli italiani. Ma, purtroppo per Renzi, manco il suo governo aveva sentito, visto o fatto alcunché. Non si accorse né di Visco né delle banche avariate.

Cose che si pagano salato nell'urna: ecco perché ha fatto questo tentativo maldestro di capovolgere la storia. Tanto sbagliato e tanto fuori tempo massimo che in queste dannatissime gite ferroviarie sul suo treno dei desideri, ad ogni sosta arriva puntuale al suo orecchio più di una sonora pernacchia. Il viatico peggiore, povero Matteo.

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