Lavoro, il ritardo dell'Abruzzo costa tanto: ma dove sono politiche per la ripresa?


Allarme dalla Cisl: negli ultimi 10 anni i livelli di occupazione del 2008 non sono stati più raggiunti


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
20/10/2017 alle ore 17:39

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Lavoro, il ritardo dell'Abruzzo costa tanto: l'allarme è lanciato dalla Cisl Abruzzo-Marche secondo cui negli ultimi 10 anni i livelli di occupazione del 2008 non sono stati più raggiunti. Lo rivela l'analisi elaborata dall'Aps "M.Ciancaglini" secondo cui due sono stati i periodi di grave depressione: nel 2009-2010 e nel 2012-2015. La disoccupazione è salita costantemente, con brevi pause, toccando la vetta nel 2015 con 74 mila persone in cerca di lavoro.

Nota dolente il lavoro femminile, qui fermo mentre sul dato nazionale qualche segnale lo offre. "Secondo gli ultimi dati Istat - commenta Leo Malandra - l'occupazione complessiva nei primi 6 mesi del 2017 resta ancora indietro ai valori dello scorso anno e molto lontana da quelli del 2008. La disoccupazione è stabile, rallenta il tasso di attività. Eppure il mercato dà segnali di dinamicità: sale l'occupazione nell'industria, che sembra guidare la ripresa, anche se tutti gli altri settori produttivi restano indietro".

Nell'occhio del ciclone il lavoro autonomo, mentre meglio il lavoro dipendente come risocntrato dall'Osservatorio Inps: tra gennaio e agosto hanno preso il via quasi 120 mila nuovi rapporti di lavoro, 21 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2016. E' il contratto a termine e stagionale che cresce in modo straordinario e trascina con sé tutte le altre tipologie contrattuali.

Il trend è confermato dai dati del Sistema delle comunicazioni Obbligatorie, rilevate dal Ministero del Lavoro. "Il periodo 2012/2014 è stato drammatico per l'occupazione, segnato dalla perdita di moltissimi posti di lavoro. Il 2017 si apre con un buon saldo positivo: 95 mila le persone assunte, 70 mila quelle che hanno perso o lasciato il lavoro. Ma i nuovi contratti sono nella stragrande maggioranza a tempo determinato/stagionali, non generano lavoro stabile".

Secondo il Rapporto Excelsior anche per i prossimi 2 mesi le nuove assunzioni saranno soprattutto a termine e “solo un contratto su 4 verrà stipulato a tempo indeterminato". Ma con quali cause? Il Professor Giuseppe Mauro ritiene che "il sistema economico purtroppo continua a rallentare, le stime elaborate dallo Svimez indicano, nel 2016, un indebolimento del PIL dello 0,2%. Il sistema produttivo è in ripresa, con qualche contraddizione".

Quindi crescono poco le imprese, si fermano quelle artigiane. Sale la sofferenza, testimoniata dalle crisi congiunturali in aumento (cassa integrazione ordinaria) e da quelle strutturali (straordinaria) che non si attenuano. Ma se da un lato i dati sull'export migliorano, molto lentamente in realtà, - evidenzia il Professore dell'Università G.D'Annunzio -, crescono sensibilmente dappertutto, tranne che a Chieti, che però da sola movimenta oltre il 70% di tutte le merci nella Regione.

L'Abruzzo ha assolutamente bisogno di un processo strutturato di crescita reale dell'occupazione, debitamente sostenuto anche da risorse nazionali ed europee. Il lavoro deve crescere di 4-5 punti. Quindi secondo la Cisl ogni singolo progetto va necessariamente finalizzato alla creazione del maggior numero di posti di lavoro, riservando sistematicamente una quota ai soggetti deboli, in modo particolare ai giovani che vivono condizioni di grave ritardo rispetto ai coetanei europei.

 

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